martedì 6 luglio 2021

Il 'Treno del sole' non si è mai fermato

Il Sud arriva sempre dopo, sempre che arrivi, ormai siamo alla desertificazione demografica oltre che ambientale

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il Treno del sole (foto da raiplayradio,it)

Negli anni Cinquanta e Sessanta non c’era giorno che ‘il Treno del sole’ non fosse stipato di contadini o semplicemente di disoccupati che dal Mezzogiorno ‘fuggivano’ dalla miseria e dalla povertà. Partivano con le valige di cartone e con la morte nel cuore, ma con la speranza di una vita migliore. Spesso si trasferiva tutta la famiglia, che portava con sé quel poco che possedeva.

La destinazione principale era il cosiddetto triangolo industriale: Milano, Torino, Genova. Il boom economico degli anni Sessanta non ci sarebbe stato senza quelle braccia e quei sacrifici. Accolti con diffidenza, hanno dovuto adattarsi ad una realtà completamente nuova ed a volte ostile. I 'terroni' spesso erano costretti a vivere in pochi metri quadrati e con i servizi igienici in comune. Lavoravano fino a 14 ore al giorno. Il salario era appena sufficiente per sopravvivere.

Eppure, quegli uomini e quelle donne hanno cambiato il nostro paese.

Sono stati i protagonisti del Sessantotto e dell’Autunno caldo del 1969. Quelle lotte hanno costretto il Parlamento ad approvare una serie di importanti riforme sociali ed economiche. La riduzione dell’orario di lavoro, la riforma della scuola e quella fiscale, lo Statuto dei lavoratori, il divorzio, la scala mobile, ect..

La modernizzazione al Sud invece non è mai arrivata. Infrastrutture fatiscenti, clientelismo, corruzione diffusa e criminalità organizzata radicata sul territorio sono le cause principali. Chi doveva operare per lo sviluppo del Mezzogiorno non lo ha fatto o lo ha fatto male. 

Sono trascorsi oltre sessant’anni, ma la situazione è sempre la stessa. Il fenomeno migratorio da Sud verso Nord (o all’estero) continua. Le differenze economiche anziché ridursi sono aumentate. Il pericolo di una desertificazione demografica oltre che ambientale è ormai evidente. Persino i migranti che vengono dall’Africa e che attraversano il Mediterraneo a rischio della vita preferiscono proseguire il tragitto verso Nord.

La condizione di sottosviluppo di tante aree del Mezzogiorno non è solo una questione di lontananza dai mercati. E non è dovuta neanche alla scarsa capacità imprenditoriale dei meridionali. No, almeno non è solo questo. È il risultato di una precisa volontà politica.

Facciamo un esempio. L’Alta velocità ferroviaria. Tra Roma e Milano è in funzione da anni. In alcune regioni meridionali ancora siamo fermi alle progettazioni, ai finanziamenti che non ci sono, ai cantieri bloccati, ect.

Il Sud arriva sempre dopo. Sempre che arrivi. Il laborioso Nord-Est leghista di tanto in tanto vorrebbe liberarsi di questa palla la piede che è il Meridione. Poi, comprende che un Sud arretrato è funzionale alla loro ricchezza ed al loro benessere oltre ad essere un importante bacino elettorale.

La storia si ripete ancora una volta. Tutto cambia per non cambiare nulla o quasi. Il 'Treno del sole' non si è mai fermato, oggi si viaggia in aereo e con il trolley ma il motivo è sempre lo stesso: la ricerca di un lavoro e di una vita dignitosi. E dire che qualcuno ritiene che i meridionali siano solo dei fannulloni.

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