Maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, meno precarietà, salari più alti e più diritti dovrebbero motivare la maggioranza degli elettori indipendentemente dalle motivazioni politiche, ma sarà così?
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Fax simili schede elettorali referendum 8 e 9 giugno |
Nel giugno di un anno fa un lavoratore
indiano irregolare, Satnam Singh così si chiamava, a seguito di un incidente
sul lavoro non è stato portato al Pronto soccorso, come chiedevano i suoi
compagni, ma è stato abbandonato davanti alla sua abitazione, dove è morto
dissanguato. Il datore di lavoro, se così possiamo chiamarlo, non ha neanche
tentato di salvarlo, si è solo preoccupato della sua azienda e della perdita di
profitto che avrebbe avuto.
Ogni giorno nel nostro Paese tre lavoratori si recano al lavoro, ma, vittime di un incidente, non fanno ritorno
alle loro abitazioni. Le leggi ci sono ma non bastano. Cosa non funziona?
Una delle motivazioni è il cosiddetto
contratto in subappalto. Le commesse più importanti, quelle milionarie per
intenderci, di solito sono aggiudicate a grandi imprese, spesso multinazionali,
ma i lavori sono eseguiti in subappalto da aziende di piccole dimensioni che a
volte sono a conduzione familiare. Queste ultime per evitare perdite o per non
ridurre il limitato guadagno tagliano i costi sulla sicurezza aumentando
invidiabilmente i rischi di infortunio per i quali sono le sole ad essere
responsabili.
Votando Si
al referendum dell’8 e 9 giugno le imprese che hanno vinto l’appalto rimarranno
responsabili in solido con le subappaltanti. Dovranno cioè farsi carico della sicurezza e non limitarsi
a delegarlo alle aziende più piccole.
Maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, meno precarietà, salari più alti e più diritti dovrebbero motivare la maggioranza degli elettori indipendentemente dalle motivazioni politiche, sarà così?
Ed è bene
ricordare che è astensione dal voto recarsi al seggio e rifiutare le schede
come ha detto inopinatamente la presidente del Consiglio. ‘Vado a votare ma
non ritiro la scheda, è una delle opzioni’, ha dichiarato. Ma che senso ha
andare al seggio per non votare?
Quello di Giorgia Meloni è un chiaro
invito all’astensione senza dirlo apertamente, è una ‘furbata da politicante’, ma
può farlo il capo del Governo? Dopo Ignazio La Russa, presidente del Senato,
ora ad incitare al non voto è la leader di FdI, ma qual è il loro scopo?
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