Tutti quelli che c’erano ricordano quel giorno, tutti sanno i nomi di chi c’era, tutti si riconoscono come parte di quella comunità. Eppure, è un’immagine che esiste solo per puro caso. Fino ad un minuto prima nessuno avrebbe pensato ad una foto di gruppo dei Torremuzzari
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
I Torremuzzari, fine anni Settanta - (foto di Petronio) |
Le squadre si formavano al momento, tenendo conto di chi
c’era o più semplicemente di chi arrivava per primo in piazzetta. Il campo era
la strada con le mattonelle un po’ sconnesse ed i marciapiedi bassi,
dritti o ad angolo.
Quella mattina è stata diversa dalle altre. Nessuno di
noi lo sapeva, ma è sempre così, le cose succedono senza volerlo, nel bene o
nel male accadono. Durante la partita, ecco che arriva Petronio, stava
semplicemente passando. Di certo non sapeva di quella piccola ‘folla’ di Torremuzzari.
Un attimo ed uno di loro ha un’idea brillante. ‘Petronio perché non ci fai
una foto?’. Sì, perché Petronio era un fotografo, non ho mai saputo se
fosse un dilettante o un professionista e se quella foto, poi, sia stata pagata
e da chi, e soprattutto non ho mai saputo chi ha l’originale. Ma che importa,
c’è, questo solo conta. Anzi, tutti noi dobbiamo ringraziare chi ebbe quella
brillante idea, di certo è o era qualcuno particolarmente affezionato a quel luogo ed
a quella comunità.
È bastato poco per chiamare chi si trovava in quel momento in piazza Marina. Anche le ragazze si sono avvicinate. Tutti in posa sul muretto, quello dove ci sedevamo per guardare le partite di bocce. Dietro a pochi metri dalla ferrovia c’era il filo per stendere i panni, a destra la fontanella, a sinistra i ponti che caratterizzano il piccolo borgo marinaro.
Uno scatto, uno solo ed ecco che un momento di vita
vissuta resterà immortalato per sempre. Rivedersi giovani, con i capelli lunghi,
con espressioni spensierate è struggente, ti ricorda che il tempo passa, che non lo puoi fermare. Eppure, quella foto racchiude una
comunità, un’entità precisa, unica, come, del resto, lo sono tante altre.
Quel giorno nessuno di noi avrebbe mai pensato di vivere un
momento di vita che sarebbe stato possibile ricordare e tramandare a chi verrà
dopo noi. E non voglio scrivere i nomi di chi c’era, non ora, non più, adesso
non potrei.
Gli sguardi dei giovani e degli anziani in posa esprimono
l’animo di una comunità, meglio di come possa fare qualunque parola o pensiero.
Diversi per età, spesso antagonisti e polemici, divisi dalla politica, dal calcio, ma pur sempre appartenenti agli
stessi luoghi ... alle stesse strade ... al rumore del mare ... ai ponti della ferrovia ... allo stabilimento che produceva olio di sansa ... alla Torre ... allo scoglio ... al tabacchino ... alla piazzetta ... alle
bocce di quel giorno ... a Petronio ... a quel muretto ... a quel momento, triste e
bello nello stesso tempo.
Tutti, anche quelli che quel giorno non c’erano, anche
quelli che non ci sono più, appartenevamo ed apparteniamo allo stesso borgo
marinaro, alla stessa famiglia, a quella dei Torremuzzari.
Si, perché non siamo nient’altro. Solo pensieri ed
immagini di chi ci sta di fronte, di chi abbiamo incontrato nella nostra
strada, di chi anche senza volere ci tiene in un angolino della sua memoria.
Aurora Di Gangi,riconosciuto tanti in questa foto,che adesso non ci sono più,che emozione,veramente bella,mi ha portato in mente ricordi di infanzia ed adolescenza divisa tra Torremuzza e Margi.
RispondiElimina