Secondo l’ufficio studi della CGIA di Mestre con la pandemia ‘ogni italiano perde quasi 2.500 euro ed il Prodotto Interno Lordo del Meridione torna indietro di 31 anni’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da teleborsa.it |
La
pandemia causata dal Coronavirus farà perdere ad ogni italiano in media 2.484
euro. A Milano saranno 5.575, a Bolzano 4.058, a Modena 3.645 e a Firenze
3.603.
Il
dato più allarmante riguarda il Sud. Secondo l’Ufficio studi della CGIA di Mestre la ricchezza prodotta nel Mezzogiorno diminuirà meno delle altre aree del Paese, cioè -9%, ma, nonostante ciò, ‘il Pil
del Sud tornerà allo stesso livello del 1989’. Molise, Campania e Calabria
torneranno al 1988, la Sicilia addirittura al 1986.
“Con
meno soldi in tasca, più disoccupati e tante attività che entro la fine
dell’anno chiuderanno definitivamente i battenti – dichiara il coordinatore
dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - rischiamo che la gravissima difficoltà
economica che stiamo vivendo in questo momento sfoci in una pericolosa crisi
sociale. Soprattutto nel Mezzogiorno, che è l’area del Paese più in difficoltà,
c’è il pericolo che le organizzazioni criminali di stampo mafioso cavalchino
questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso.
Ed
ancora: ‘solo se riusciremo a mantenere in vita le aziende potremo difendere
i posti di lavoro, altrimenti saremo chiamati ad affrontare mesi molto
difficili’.
Nonostante
il blocco dei licenziamenti, sottolinea il rapporto, ‘gli occupati scenderanno di circa 500 mila
unità’. A subire il calo maggiore sarà ancora una volta il Mezzogiorno
(-180 mila addetti). La Sicilia farà registrare un -2,9%, la Campania -3,5% e la Calabria -5,1%.
Piove sul bagnato. La crisi dovuta alla pandemia sta mettendo in ginocchio l’economia
delle regioni del Sud. La perdita di posti di lavoro causerà un incremento
della migrazione verso il Nord Italia o verso l’estero ed un ulteriore
impoverimento del tessuto sociale ed economico del Meridione.
Una seria
politica di investimenti nel Mezzogiorno non è più rinviabile. E se a sostenerlo sono anche
gli artigiani del profondo Nord c’è da crederci.
Fonte CGIA di Mestre
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