L’introduzione
della flat tax, prevista dal ‘contratto di governo’ stipulato tra la Lega e il
M5s, presuppone la cosiddetta pace fiscale che altro non è che l’ennesimo
condono tributario
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da cgiamestre.com |
Negli
ultimi 45 anni tra condoni, scudi, sanatorie e concordati fiscali, l’Erario ha
incassato 131,8 miliardi di euro,
a sostenerlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. I provvedimenti più
importanti sono stati la sanatoria fiscale del 2003 (governo Berlusconi) che ha
fruttato allo Stato un incasso di 34,1 miliardi di euro e quello valutario del
1973 (governo Rumor) che ha preceduto l’introduzione dell’Irpef ed ha fatto
incassare al fisco 31,6 miliardi di euro. Poi ci sono state tra il 1982 ed il
1988 (governi di pentapartito) le sanatorie che hanno consentito entrate
straordinarie per 18,4 miliardi di euro, mentre l’emersione di capitale
dall’estero (misura adottata tra il 2015 e
il 2017), ha consentito un gettito di 5,2 miliardi di euro.
Nonostante
queste ripetute ‘agevolazioni’ nel 2015 l’imponibile sottratto al fisco è stato
di 207,5 miliardi di euro ed ha prodotto circa 114 miliardi di euro di evasione
fiscale. In media
l’infedeltà tributaria è del 16,3%. Nel Mezzogiorno si evade il 22,2%, mentre
nel Nord-est il 13,4%, nel Nord-ovest il 14,1% e nel Centro il 16,5%. Occorre
precisare che questo dato del Sud non è dovuto solo alla scarsa fedeltà fiscale
dei meridionali, ma è anche e soprattutto l’ennesima dimostrazione delle
difficoltà economiche e sociali in cui vive gran parte della popolazione
italiana.
‘Premesso che l’applicazione
di qualsiasi condono fiscale è, a nostro avviso, immorale ed eticamente
inaccettabile – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo
Zabeo – ha senso introdurlo solo quando è prevista una riforma che riscrive
completamente il rapporto tra il fisco e il contribuente. Se, come pare di capire, il nuovo Governo è intenzionato ad avviare in
tempi relativamente brevi la dual tax, l’introduzione della cosiddetta pace
fiscale sarebbe giustificata, perché consentirebbe di azzerare una volta per
tutte i contenziosi fiscali attualmente sul tavolo dei giudici tributari’.
‘Per semplificare i
rapporti con il fisco e ridurre le possibilità di evasione– sostiene il
Segretario della Cgia Renato Mason – occorre abbassare le tasse e ridurre il
numero di adempimenti fiscali che, invece, rischiano di aumentare ancora. Non
dobbiamo dimenticare che i più
penalizzati da questa situazione sono le piccole e micro aziende che, a
differenza delle realtà più grandi, non dispongono di una struttura
amministrativa in grado di farsi carico autonomamente di tutte queste
incombenze’.
Insomma, i contribuenti
infedeli, soprattutto quelli che hanno adeguati mezzi finanziari e legali, sono
avvantaggiati da un Erario che è incapace a far pagare le tasse e che per
giunta è costretto, periodicamente, ad azzerare tutto, a danno della
maggioranza dei contribuenti che invece sono fedeli ed onesti.
Fonte: Cgia di Mestre
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