Almaviva delocalizza
in Romania e mette in mobilità i suoi dipendenti in Italia, ma, come hanno già fatto
la Fiat nel 2011 e l’Eni nel 2015, ad essere licenziati sono soprattutto i
lavoratori meridionali
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto rassegna.it |
La
crisi occupazionale in Sicilia sembra non avere fine. Almaviva, azienda che opera
nel settore dei servizi, ha inviato 2988 lettere di licenziamento, di queste
1670 sono dirette ai lavoratori del call center di Palermo, 918 a quelli di Roma
e 400 a quelli di Napoli.
La
motivazione addotta
dalla multinazionale è economica. I ribassi praticati da altre imprese del
settore avrebbero fatto calare i profitti dei due centri del Sud Italia. Secondo
l’azienda il 'margine diretto di contribuzione' minimo (vale a dire i ricavi superiori
ai costi del lavoro) dovrebbe essere del 21%, mentre a Palermo è del 9,65%. L’inefficienza
sarebbe l’effetto delle aste al ribasso e della mancanza di regole certe nel
settore dell'outsourcing.
Foto sudpress.it |
Il
Sud è stato abbandonato a se stesso
e con esso i lavoratori meridionali.
I politici e gli imprenditori italiani dovrebbero ricordare che senza la ripresa
dell’economia del Mezzogiorno non potrà esserci sviluppo e soprattutto, come
scriveva John Lennon nel 1969, il ‘Lavoro
è vita e senza quello esiste solo paura e insicurezza’. Ed è questa la difficile
situazione in cui si trovano, oggi, i disoccupati in Sicilia e nel Sud
Italia.
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