La
manovra finanziaria prevede tagli di spesa per 400 milioni di euro e ne congela altri
500 milioni che saranno svincolati solo a conclusione della trattativa con lo
Stato in materia di entrate fiscali
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Il
primo obiettivo della legge di Stabilità 2016, approvata dall’Ars il 2 marzo
scorso dopo oltre due mesi di esercizio provvisorio, doveva essere quello di affrontare la grave situazione finanziaria del
bilancio della Regione. L’equilibrio tra entrate ed uscite è stato garantito solo
grazie al contributo nazionale una tantum di 1,4 miliardi di euro, dei quali 900
milioni sono previsti nella legge di Stabilità ed altri 500 milioni sono stati promessi
ed arriveranno soltanto a certe condizioni, come il taglio della spesa
improduttiva.
Rimane,
quindi, irrisolta la questione del rapporto tra Stato e Regione in materia finanziaria
e tributaria. La
soluzione di questo contenzioso è dirimente per porre in essere le strategie necessarie
per mettere la Regione al sicuro dal rischio del default.
La finanziaria
approvata dall’Ars con 49 voti a favore, 21 contrari e 3 astenuti non realizza gli obiettivi prefissati. Il problema principale del bilancio della regione Sicilia
è che l’84% della risorse, che complessivamente ammontano a 22 miliardi di euro,
sono destinate alla spesa corrente. Mancano invece finanziamenti adeguati ed una
strategia coerente per favorire la ripresa economica. Essi potevano essere
attivati con la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e con
i tagli alla spesa improduttiva. Ma così non è stato. La legge di Stabilità deliberata dall’Assemblea regionale siciliana è, nella sostanza, un’altra
occasione persa.
Tra le novità positive, oltre all’abolizione della famigerata tabella H che prevedeva i contributi a pioggia
per enti ed associazioni, l’assunzione nella
pubblica amministrazione di nove testimoni di giustizia e lo stanziamento di 80
milioni di euro che saranno utilizzati per i Cantieri di lavoro nei Comuni ed Enti
di culto. I fondi potranno essere utilizzati per avviare al lavoro disoccupati anche
nel settore della raccolta differenziata porta a porta.
Per finanziare politiche di sviluppo ai siciliani non resta che sperare nel buon
utilizzo dei fondi strutturali europei, nel fondo di sviluppo e coesione
nazionale e nei PAC 2014-2020.
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