La XXI edizione della
Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie quest'anno si svolgerà a Messina sul tema ‘Punti di
memoria, luoghi di impegno’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Don Pino Puglisi |
Lunedì prossimo, in diverse
città saranno letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie. Il primo nome dell’elenco, che comprende oltre novecento
vittime, è quello di Emanuele Notarbartolo, ucciso a Termini Imerese il 1°
febbraio del 1893 e termina con Domenico Martimucci, calciatore dell’Acd
Castellaneta, morto, dopo cinque mesi di agonia, a seguito di un attentato
dinamitardo alla sala giochi Green Table di Altamura, in provincia di Bari.
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Giuseppe Di Matteo in una foto scatta durante la prigionia
(ansa.it) |
Tra le tante vittime
innocenti c’è Giuseppe Di Matteo, ucciso per ‘tappare’
la bocca al padre Santino che aveva fatto i nomi degli autori della strage di Capaci.
Il piccolo Giuseppe fu rapito il 23 novembre del 1993 mentre si trovava al
maneggio di Altofonte. Secondo le deposizioni fatte da Gaspare Spatuzza, che prese parte al rapimento, i
sequestratori travestiti da carabinieri convinsero il piccolo Giuseppe a
seguirli con la promessa che avrebbe rivisto il padre che, per la sua
collaborazione, era sotto protezione. ‘Agli
occhi del bambino – ha dichiarato il pentito - siamo apparsi degli angeli, ma
in realtà eravamo dei lupi’.
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Logo Giornata in ricordo delle vittime della mafia Libera - 21 marzo 2016 |
Il rapimento, durato 779 giorni, era
finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue dichiarazioni
sulla strage di Capaci e sull’uccisione di Ignazio Salvo. Il pentito non si
piegò al ricatto e continuò la sua collaborazione con le autorità giudiziarie. L’11 gennaio del 1996, su ordine di
Giovanni Brusca, il piccolo Di Matteo,
che allora aveva appena 15 anni, fu ucciso e poi sciolto nell’acido.
Il 15 settembre del 1993, giorno del suo
56° compleanno, don Pino Puglisi intorno
alle 22,45 era appena sceso dalla sua Fiat Uno bianca e si stava avvicinando al
portone di casa quando qualcuno lo chiamò, lui
si voltò, sorrise ai suoi assassini e disse: ‘Me l’aspettavo’, subito dopo
Salvatore Grigoli, killer della mafia gli sparò un colpo alla nuca.
Un uomo di fede se ne
andato così, senza nessun timore verso chi, accecato dall’odio, ha sparato senza
esitazione. Don Pino era un uomo
mite, ed è morto per la sua
testardaggine a credere che un’altra Sicilia sia possibile e che l’amore e la
giustizia prima o poi trionferanno. Un ‘Santo’ che forse i siciliani non
meritano di avere.
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