L’indagine
condotta dall’UE sulla qualità della Pubblica Amministrazione ed esaminata dall’Ufficio
Studi della Cgia di Mestre ha delineato una classifica impietosa per le regioni
del Sud Italia
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Lo
studio dell'UE sulla qualità della PA nel vecchio continente ha preso in considerazione diversi servizi
pubblici come la formazione, la sanità, la sicurezza, la giustizia ed il modo
in cui essi sono stati assegnati e gli eventuali fenomeni di corruzione.
Rispetto
ai 206 territori presi in considerazione la Campania si trova al 202° posto, mentre le altre
regioni meridionali compaiono 7 volte tra le peggiori trenta della classifica. Al primo posto in Europa c’è, con un indicatore di +2.781, la regione finlandese di Åland, mentre all’ultimo c’è,
con -2.658 punti, Bati Anadolu, regione che si trova in Turchia.
In Italia i servizi pubblici
migliori sono quelli erogati nelle due province autonome del Trentino Alto
Adige e
nelle due regioni a statuto speciale del Nord e cioè la Valle d’Aosta ed il Friuli
Venezia Giulia che presentano indici superiori alla media dell’UE.
Tutte le altre
regioni italiane sono in terreno negativo, ma con valori accettabili nel
Centro Italia e nel Nord Ovest. Invece è disastrosa
la situazione nelle regioni del Mezzogiorno. In particolare in Sicilia,
Puglia, Molise e Calabria con indici che variano da -1588 a -1687, con la
Campania addirittura a -2.242 punti.
‘Il quadro dipinto
da questo indice europeo – dichiara il coordinatore dell’Ufficio
studi della Cgia di Mestre, Paolo Zabeo – evidenzia come l’Italia
sia il Paese che presenta, al suo interno, la più ampia variabilità in termini
di qualità della PA, tra le prime regioni del Nord e le ultime del Sud. Si
pensi che, secondo quanto indicato dal Fondo Monetario Internazionale, se l’efficienza
del settore pubblico si attestasse sui livelli ottenuti dai primi territori,
come le province di Trento e di Bolzano, la produttività di un’impresa media
potrebbe crescere del 5-10 per cento e il Pil di due punti percentuali, ovvero
di 30 miliardi di euro’.
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