giovedì 7 aprile 2016

Tito Boeri e la battaglia ‘persa’ contro i privilegi previdenziali

Gli ultimi dati pubblicati dall’Inps sulle pensioni liquidate prima del 1980 evidenziano un sistema previdenziale squilibrato a cui Tito Boeri, attuale presidente dell’Ente, sta tentando, inutilmente, di porre rimedio

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Tito Boeri
In Italia ci sono oltre 474.000 pensioni liquidate prima del 1980, ci sono cioè cittadini che percepiscono l’indennità da oltre 36 anni. Il dato comunicato dall’Inps riguarda gli assegni di vecchiaia, compresi quelli di anzianità, e ai superstiti del settore privato. Non contiene le pensioni d’invalidità civile, quelle sociali ed i trattamenti degli ex dipendenti pubblici.
Gli assegni corrisposti per invalidità previdenziale sono 439.718 (44,5 l’età di decorrenza), per le pensioni sociali 24.308 (33 anni l’età media alla decorrenza) e 96.973 per le pensioni agli invalidi civili (23,21 anni l’età alla decorrenza). Non sono comprese in questi dati le cosiddette ‘pensioni baby’ del pubblico impiego, di coloro, cioè, che sono usciti dal lavoro prima del 1992 con almeno 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi se donne sposate con figli.
Nel settore privato le pensioni di vecchiaia con decorrenza antecedente al 1986 sono oltre 800.000, mentre quelle ai superstiti sono 527.000. L’età media era rispettivamente di 55 anni per le donne e di 60 per gli uomini. Nel 2015, invece, le pensioni liquidate per anzianità sono state 238.400 con un’età media alla decorrenza di 62,55 anni, mentre per quelle ai superstiti sono state 173.378 con un’età media alla decorrenza di 73,89 anni.
Di fronte a questi dati è intervenuto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha dichiarato: ‘Siccome son state fatte delle concessioni eccessive in passato e queste concessioni eccessive oggi pesano sulle spalle dei contribuenti credo che sarebbe opportuno andare per importi elevati a chiedere un contributo di solidarietà per i più giovani e anche per rendere più facile a livello europeo questa uscita flessibile’.
La risposta del ministro del lavoro, Giuliano Poletti non si è fatta attendere:’ Il contributo di solidarietà oggi sulle pensioni alte c’è già, dovrà essere valutato se confermarlo in quella maniera o diversamente, ma non credo che ci sia nulla allo studio. Vedremo cosa fare sulla flessibilità’.
Insomma, la battaglia intrapresa da Tito Boeri sembra ‘persa’ in partenza, come tutte quelle combattute in Italia quando si toccano i privilegi della ‘Casta’ o di quei cittadini che in passato hanno potuto usufruire di diritti che oggi sono finanziariamente insostenibili. 

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