'Il 48 per cento non c'era quando c'era l'uomo forte al potere quindi parla di quello che non sa', questo il commento di Liliana Segre al
report pubblicato dal Censis
di Pulvino Giovanni (@PulvinoGiovanni)
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Il presidente Sergio Mattarella e la senatrice Liliana Segre
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Secondo
il Centro studi del Censis sono otto milioni gli italiani convinti che la democrazia
liberale sarà presto superata e sarà sostituita da un regime autoritario. Non
solo, ma quasi metà dei nostri concittadini vorrebbe ‘un uomo forte al
potere’. Un ‘Capo’ che non debba preoccuparsi del Parlamento e delle elezioni. Il commento della senatrice a vita, Liliana Segre, ai risultati di questa indagine è stato perentorio: ‘il 48 per cento non c'era quando c'era l'uomo forte al potere
quindi parla di quello che non sa’. A non credere più nella Democrazia sono soprattutto gli operai (58%) ed i disoccupati (55%), valori più bassi si registrano, invece, tra i manager ed i quadri (34%), imprenditori e lavoratori autonomi (42%). I cittadini che vogliono ‘l’uomo forte’ sono gli operai (67%), i soggetti poco istruiti (62%) e le persone con redditi bassi (56,4%). Dallo
studio emerge, inoltre, che solo il 19% degli italiani si occupa frequentemente
di politica, mentre il 76% non ha fiducia nei partiti, la percentuale arriva
fino all’81% tra gli operai e all’89% tra i disoccupati.
Il dato è, per certi aspetti, sorprendente, ma non deve stupire il fatto che la mancanza di fiducia nelle istituzioni democratiche si stia ampliando tra coloro che appartengono alle classi sociali più disagiate. Con l’incremento
delle disuguaglianze è cresciuto anche il rancore verso le classi dirigenti che
hanno dimenticato il loro compito principale: fare gli interessi di tutti i
cittadini, in particolare dei ceti sociali più deboli.
L’auspicio
ad avere ‘un uomo solo al comando’ esprime il disagio economico e sociale di una
parte rilevante della popolazione. Farsi carico di quei bisogni e di quel
malessere dovrebbe essere compito della Sinistra, ma oggi essa non è più percepita
come una forza al fianco dei lavoratori e dei ceti più deboli. Impedire un ritorno a logiche nazionalistiche, particolarmente pericolose per
il nostro sistema democratico, è un impegno irrinunciabile per tutte le forze progressiste del Paese, ma occorre agire ora, tra poco potrebbe essere troppo tardi.
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