di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Foto da @battpier22 (twitter.it) |
Il
Presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, si è dimesso. La
motivazione è l’avviso di garanzia ricevuto ‘per scambio elettorale politico
mafioso’. L’inchiesta risale al 2018. L’ipotesi degli inquirenti è il condizionamento operato dalla ‘ndrangheta nelle elezioni regionali in Valle d’Aosta.
Anche due assessori ed un consigliere, indagati per voto di scambio, hanno
annunciato le dimissioni. Ferma restando la presunta estraneità degli indagati sugli illeciti a loro contestati dalla Dda, è ormai accertato il fatto che il fenomeno mafioso non è più, se mai lo è stato, una prerogativa delle Regioni del Sud. Per decenni si è ritenuto che la ‘mafiosità’ fosse un tratto caratteristico di
siciliani, calabresi e campani. Invece, no. La Mafia, la Camorra e la ‘Ndrangheta sono organizzazioni criminali radicate anche nelle Regioni centro-settentrionali.
Le inchieste su Roma capitale, sulle organizzazioni ‘ndranghetiste e mafiose in
Lombardia e Piemonte ed in diversi altri comuni del Nord Italia, dimostrano che
il fenomeno mafioso è diffuso in tutto il territorio nazionale.
Secondo
alcuni questa proliferazione sarebbe la logica conseguenza del ‘soggiorno
obbligato’ previsto da una
legge del 1956. In realtà, ‘la criminalità organizzata cresce e si radicalizza dove c’è ricchezza e denaro, creando, in quei territori collusioni con la politica e
l’economia legale’. Aver ipotizzato, pertanto, che il Centro ed il Nord del Paese ne fossero immuni era solo colpevole
ignoranza. Ed oggi continuare a ripetere che la criminalità organizzata nelle Regioni settentrionali non c'è non solo è falso, ma ricorda le affermazioni mendaci fatte per decenni dai
politici meridionali collusi o affiliati con la Mafia o la ‘Ndrangheta. La‘sceneggiata’ si ripete. Non si vuole vedere, sentire, parlare. Ma tutto
questo, oggi come lo era allora, è fallace ed illusorio per chi lo sostiene.
Ecco
cosa ha dichiarato nel novembre del 2017 a ilfattoquotidiano.it il Procuratore
Generale presso la Corte d’Appello di Palermo, Roberto Scarpinato: ‘Milano è
il posto giusto per parlare di Mafia perché le mafie di nuova
generazione hanno scelto i territori del Centro-nord per dare vita a
un nuovo modo di operare, quello di ridurre la minimo la violenza e cavalcare
la cultura e la logica degli affari. Questo nuovo versante non è ancora stato
capito in profondità e aprire un faro di riflessione è importante’.
Fonti: ilfattoquotidiano.it e rivistapaginauno.it
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