lunedì 23 dicembre 2019

La Lega Nord cambia il nome, perchè?

La svolta sovranista del 2013 giunge a compimento con il ‘nuovo’ partito nazionale, ma i principi ed i valori della Lega Nord continuano ad essere parte integrante del nuovo corso politico

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da @tervin_mi (twitter.it)
Le parole pronunciate da Umberto Bossi al congresso federale nazionale della Lega Nord sono inequivocabili: ‘Mi sembra giusto aiutare il Sud, sennò se non li aiutiamo 'a casa loro' straripano e vengono qui. È un po' come l'Africa’. Ed ancora: ‘L'Africa non è stata aiutata e ci arrivano tutti addosso’. Sul nuovo partito, il vecchio leader è categorico. Ecco cosa ha detto alzando il dito medio: ‘Col c...o che questo è un funerale’. Matteo Salvini, imperturbabile ha ribattuto: ‘Inizia nuova fase. Bossi? Suo sogno vive ancora’. Se il ‘sogno’ dei leghisti vive ancora, perché l’ex ministro dell’Interno ha deciso questo cambio di nome e di Statuto con la fondazione di un partito nazionale?
Il pensiero corre subito ai 49 milioni di euro dello Stato fatti sparite dalle casse della Lega Nord e che saranno rimborsati con piccole rate in circa 80 anni. A tale proposito Roberto Calderoli è stato chiarissimo: ’La Lega Nord continua a essere un soggetto politico e giuridico che avrà un proprio ruolo politico. Noi intendiamo da una parte rispettare gli impegni presi con la Procura di Genova, onorare i debiti e continuare a pagare le nostre rate, dall'altra parte qualunque ricorso sia possibile per avere giustizia e non avere più questa spada di Damocle sopra la testa, noi intendiamo percorrerlo’. La Lega Nord diventa così una specie di ‘bud company’, mentre la nuova formazione si presenta come un nuovo soggetto politico svincolato, giudici permettendo, dalle conseguenze giudiziarie relative ai 49 milioni di euro e non solo.
Il secondo motivo del cambiamento è stato sottolineato dallo stesso esponente leghista: ‘La Lega è diventata nazionale, lo dico rispetto a chi ha nostalgia della Lega Nord che in Italia due terzi dell'elettorato è al Centro e al Sud, quindi se vogliamo cambiare le cose dobbiamo prendere i voti anche di quella parte del Paese’. Il progetto del partito di Matteo Salvini non è nuovo. E' sempre stato così. Il Meridione, dall'Unità d'Italia in poi, è stato utilizzato come bacino elettorale e come mercato di sbocco per le merci delle imprese del Nord.
Insomma, la svolta sovranista del 2013 giunge a compimento con il ‘nuovo’ partito nazionale, ma essa è funzionale ai principi ed i valori della Lega Nord che continuano ad essere parte integrante del nuovo corso politico. Resteranno il simbolo di Albert de Giussan e la parola ‘Padania’ nel primo articolo del nuovo Statuto e la sede del partito rimarrà a Milano in via Bellerio. Inoltre, essa renderà più difficile la restituzione dei 49 milioni di euro che rimarranno a carico della ‘vecchia’ Lega Nord.
Furbizia tipicamente padana? Probabile, di certo non stupisce. Del resto, per la Destra italiana e non solo, le regole non valgono per tutti, ma solo e sempre per gli altri.


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