di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia (foto da quotidiano.net) |
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La rete autostradale italiana (foto da wikipedia.org) |
La
prima programmazione nazionale di un piano di investimenti per costruire anche nel
Mezzogiorno una rete viaria degna di questo nome è solo degli anni Sessanta. Nel
1955 la legge Romita stabilì che le autostrade si dovevano estendere in tutte le
regioni italiane. I lavori iniziarono nel decennio successivo, ma essi spesso
si sono protratti per tempi ‘biblici’ e con risultati a dir poco inadeguati.
Il
primo tratto della Salerno-Reggio Calabria è stato aperto nel 1967, ma i lavori
di completamento ed ammodernamento si sono conclusi solo alla fine del 2016.
L’autostrada A20 Messina-Buonfornello (litorale tirrenico della Sicilia),
iniziata nel 1969, è stata completata nel 2005. L’A19, inaugurata nel 1975, è
l’unica autostrada che attraversa l’isola e congiunge Palermo con Catania. Oggi
è fatiscente ed è interrotta in più punti. Il viadotto Himera crollato nel 2015 ancora non è stato ricostruito. L’autostrada A18 (Sicilia orientale) ancora non
è stata completata. Nell’isola non c’è altro. Mentre, in Sardegna ci sono solo
strade statali e provinciali. Invece, tra
Milano e Bergamo ci sono due autostrade. Una di queste, la Brebemi, costruita
dai privati con il sostegno pubblico, rischia il fallimento perché il numero di
veicoli che vi transitano è insufficiente. La situazione è paradossale. In
Lombardia delle autostrade non sanno che farsene, mentre in Sicilia come in
altre regioni del Sud non ci sono o sono fatiscenti. Ecco, è questo quello che
bisognerebbe dire ai governatori leghisti che vogliono tutto,
anche quel poco che ancora lo Stato italiano investe nelle regioni meridionali,
ma, evidentemente, per i padani la ricchezza di cui dispongono non è
ancora sufficiente, vogliono di più, vogliono la secessione di fatto, senza cambiare
cioè la forma di Governo.
Del
resto, gli articoli 116 e 117 della Costituzione, modificati con una legge di
riforma voluta ed approvata dal Centrosinistra nel 2001, glielo consentono. E
non è un caso che a chiedere maggiore autonomia sono soprattutto le regioni
guidate dalla Lega. I leghisti, nonostante la svolta sovranista, rimangono
legati alle loro origini. Gli esponenti ‘verdi’, Matteo Salvini compreso, non
dimenticano mai di attaccare sul risvolto della giacca la spilletta di 'Albert de Giussan', considerato dai militanti come il principale simbolo
dell’indipendenza padana perduta.
Tutto legittimo. Quello che è incomprensibile è il consenso elettorale che tanti meridionali continuano a riconoscere a chi li considera di Serie B ed ora vuole mandarli in Serie D come è successo al Palermo Calcio di Maurizio Zamparini. Friulano doc, l'ex presidente dei Rosanero è sceso in Sicilia per dimostrare le sue capacità imprenditoriali. Invece, ha solo fatto danni e disastri come un 'siciliano qualsiasi', cose da non credere.
Tutto legittimo. Quello che è incomprensibile è il consenso elettorale che tanti meridionali continuano a riconoscere a chi li considera di Serie B ed ora vuole mandarli in Serie D come è successo al Palermo Calcio di Maurizio Zamparini. Friulano doc, l'ex presidente dei Rosanero è sceso in Sicilia per dimostrare le sue capacità imprenditoriali. Invece, ha solo fatto danni e disastri come un 'siciliano qualsiasi', cose da non credere.
Fonte
wikipedia.org
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