Due
autostrade costate miliardi e sostanzialmente inutilizzate, succede in
Lombardia, nel profondo Nord
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
L'inaugurazione della Brebemi |
L’autostrada che collega Brescia con Bergamo e
Milano, la cosiddetta Brebemi, è costata circa 2,4 miliardi di euro, vale a
dire tre volte l’importo preventivato di 800 milioni di euro. Il nuovo
collegamento è stato realizzato per decongestionare il traffico sull’autostrada
‘Serenissima’ A4, ma dopo quasi un anno di apertura si sta trasformando in un
flop finanziario di proporzioni gigantesche. Secondo
i dati forniti dall’Aiscat,
l’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, nel mese
di giugno sono transitate 13.205 mezzi al giorno. Il break even previsto dagli
investitori della Brebemi è invece di 60 mila transiti giornalieri. Il pareggio
di bilancio doveva essere garantito dai pedaggi, ma ad oggi il raggiungimento
di questo risultato è assai lontano perché gli
introiti sono nettamente inferiori alle attese.
Un tratto dell'autostrada |
Lo stesso vale per la
Teem, Tangenziale est esterna di Milano, costata oltre 2,2 miliardi di euro. In
quest’autostrada nel mese di giugno sono transitate 16.667 mezzi giornalieri,
al di sotto di quanto preventivato.
Il
problema principale, in entrambi i casi, è il costo elevato del pedaggio. Percorrere la Brebemi e la Teem,
volute fortemente dal Governo e dalla Regione Lombardia, costa troppo.
Un tratto della Brebemi |
Non solo, inizialmente
doveva trattarsi di un affare solo
privato, senza cioè costi per le casse pubbliche. Ma così non è stato. Con
la legge finanziaria del 2014 sono stati stanziati 260 milioni di euro, mentre altri 60
sono stati concessi dalla Regione guidata da Roberto Maroni. In aggiunta, per
consentite ai privati di rientrare dei capitali investiti, è stata prorogata la
concessione fino a 25 anni e mezzo ed alla scadenza passerà allo Stato in
cambio di 1.205 milioni di euro. Altri 330 milioni di contributi pubblici sono stati
concessi per la Teem.
I
vertici della società
hanno risposto alle critiche fornendo cifre diverse sul traffico e sui
contributi pubblici erogati e si dichiarino ottimisti sulla sostenibilità
finanziaria ed economica del progetto.
Insomma, un’opera realizzata dai privati ma con
concessioni, garanzie e soprattutto fondi pubblici e la cui utilità e
sostenibilità economica e finanziaria è ancora tutta da dimostrare e raggiungere. E dire
che non siamo nel profondo Sud, ma nel cuore dell’economia italiana.
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