giovedì 15 ottobre 2015

Varata la legge di stabilità, ma nessun provvedimento è stato previsto per sostenere l’economia del Sud

Il consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sulla manovra finanziaria, ma nessun provvedimento è stato previsto per sostenere l’economia del Mezzogiorno

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Tutti gli istituti di ricerca nazionali ed internazionali certificano periodicamente la debolezza strutturale dell’economia del Mezzogiorno. Nelle regioni meridionali ci sono il tasso di occupazione più basso d’Europa, la più alta percentuale di famiglie povere o sulla soglia di povertà, infrastrutture fatiscenti, livelli d’istruzione inferiori alla media nazionale, diffusa criminalità organizzata e non, corruzione e malaffare nella Pubblica amministrazione, eppure le istituzioni nazionali continuano ad ignorare quella che una volta si chiamava ‘Questione meridionale’.
La manovra finanziaria appena varata dal Governo non prevede nessun intervento specifico per invertire il trend economico del Sud Italia. La legge di stabilità è stata pensata come se il Paese si fermasse ad Eboli. Il resto dello 'stivale' e le due isole maggiori sono abbandonati a se stessi, anzi sembrano d’impaccio ad un’Italia che sta ‘cambiando verso’. Durante la conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha detto: “Si scrive legge di stabilità e si legge fiducia”.  Ed ha aggiunto: “Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi, ma il punto è che va sottolineato con forza è che l’Italia è tornata alla crescita. Lo slogan di questa legge di stabilità è: l’Italia con segno più”. Ma al Sud  questa svolta ancora non si vede ed il Governo non ha ipotizzato nessun piano speciale per favorire condizioni di crescita e sviluppo anche per il Mezzogiorno.
Gli interventi sono stati divisi in quattro capitoli: “Italia forte, Italia semplice, Italia giusta e Italia orgogliosa”.  Innanzitutto c’è, l’eliminazione delle tasse, Tasi e Imu, sulla prima casa, sugli immobili agricoli e sugli imbullonati. I risparmi per i cittadini vanno da 180 euro per le abitazioni ‘normali’ ad oltre i 2.700 euro per le abitazioni di lusso. Le imprese potranno utilizzare da subito il ‘maxiammortamento’ sugli investimenti, cioè potranno ammortizzare i beni strumentali fino al 140%, ed usufruiranno dal 2017 del calo dell’Ires al 24% e se l’Unione europea ci riconoscerà il margine di flessibilità sui migranti la riduzione sarà anticipata al 2016. Il canone Rai si pagherà in bolletta, ma scenderà a 100 euro e nel 2017 calerà a 95 euro. La spesa sanitaria crescerà di un miliardo di euro, ma saranno introdotti i costi standard. Aumenterà la no tax area per i pensionati e ci sarà un ulteriore taglio del 10% alle spese ministeriali. Azzerate le clausole di salvaguardia, cioè non ci sarà nessun aumento dell’Iva e delle accise.
Il piano per il Sud prevede finanziamenti per 450 milioni di euro nella regione Campania per interventi nella ‘Terra dei Fuochi’, il completamento della Salerno - Reggio Calabria ed un fondo di garanzia per l'Ilva di Taranto. Tutto qui. Evidentemente, la ‘Questione meridionale’ non è una priorità per il Governo di Matteo Renzi ed Angelino Alfano, il Sud dovrà fare da solo, ma questa non è una novità.

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