Il
consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sulla manovra
finanziaria, ma nessun provvedimento è stato
previsto per sostenere l’economia del Mezzogiorno
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Tutti
gli istituti di ricerca
nazionali ed internazionali certificano periodicamente la debolezza strutturale
dell’economia del Mezzogiorno. Nelle regioni meridionali ci sono il tasso di
occupazione più basso d’Europa, la più alta percentuale di famiglie povere o sulla
soglia di povertà, infrastrutture fatiscenti, livelli d’istruzione inferiori
alla media nazionale, diffusa criminalità organizzata e non, corruzione e
malaffare nella Pubblica amministrazione, eppure le istituzioni nazionali
continuano ad ignorare quella che una volta si chiamava ‘Questione meridionale’.
La
manovra finanziaria appena varata dal Governo non prevede nessun intervento specifico
per invertire il trend economico del Sud Italia. La legge di stabilità è stata
pensata come se il Paese si fermasse ad Eboli. Il resto dello 'stivale' e le due
isole maggiori sono abbandonati a se stessi, anzi sembrano d’impaccio ad
un’Italia che sta ‘cambiando verso’. Durante la conferenza
stampa di presentazione della legge di stabilità il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha detto: “Si scrive legge
di stabilità e si legge fiducia”. Ed ha
aggiunto: “Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi, ma il punto è che va
sottolineato con forza è che l’Italia è tornata alla crescita. Lo slogan di
questa legge di stabilità è: l’Italia
con segno più”. Ma al Sud questa svolta ancora
non si vede ed il Governo non ha ipotizzato nessun piano speciale per
favorire condizioni di crescita e sviluppo anche per il Mezzogiorno.
Gli
interventi sono stati divisi in quattro capitoli: “Italia forte, Italia
semplice, Italia giusta e Italia orgogliosa”. Innanzitutto
c’è, l’eliminazione delle tasse, Tasi e Imu, sulla prima casa, sugli immobili
agricoli e sugli imbullonati. I risparmi per i cittadini vanno da 180 euro per
le abitazioni ‘normali’ ad oltre i 2.700 euro per le abitazioni di lusso. Le
imprese potranno
utilizzare da subito il ‘maxiammortamento’ sugli investimenti, cioè potranno
ammortizzare i beni strumentali fino al 140%, ed usufruiranno dal 2017 del calo
dell’Ires al 24% e se l’Unione europea ci riconoscerà il margine di
flessibilità sui migranti la riduzione sarà anticipata al 2016. Il
canone Rai si
pagherà in bolletta, ma scenderà a 100 euro e nel 2017 calerà a 95 euro. La spesa sanitaria crescerà di un
miliardo di euro, ma saranno introdotti i costi standard. Aumenterà la no tax area per i pensionati e ci sarà
un ulteriore taglio del 10% alle spese ministeriali. Azzerate le clausole di salvaguardia, cioè non ci sarà nessun
aumento dell’Iva e delle accise.
Il
piano per il Sud
prevede finanziamenti per 450 milioni di euro nella regione Campania per
interventi nella ‘Terra dei Fuochi’, il completamento della Salerno - Reggio
Calabria ed un fondo di garanzia per l'Ilva di Taranto. Tutto qui. Evidentemente, la ‘Questione meridionale’ non è una
priorità per il Governo di Matteo Renzi ed Angelino Alfano, il Sud dovrà
fare da solo, ma questa non è una novità.
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