mercoledì 28 ottobre 2015

Svimez: Italia ancora più divisa e diseguale

Negli ultimi sette anni il Sud è stato penalizzato dalla crisi ed ora rischia di esserlo anche nella fase di ripresa dell’economica 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

La lunghezza della recessione, la forte riduzione degli investimenti e delle risorse per le infrastrutture pubbliche e la caduta della domanda interna sono fattori che hanno indebolito l’apparato produttivo del Paese ed in particolare quello delle regioni meridionali. Ora il rischio è che il Sud non riesca ad agganciare la ripresa e che la fine della crisi si trasformi in una nuova fase di crescita delle disparità economiche e sociali tra le varie aree del Paese.
Secondo il preconsuntivo elaborato dalla Svimez nel 2014 il Pil è calato nel Mezzogiorno dell’1,3%, di oltre un punto superiore rispetto al resto del Paese (-0,2%). Per il Sud è stato il settimo anno di crisi ininterrotta, dal 2007 in quest’area il prodotto interno lordo si è ridotto del 13%, quasi il doppio della flessione rilevata nel Centro-Nord, cioè il -7,4%.
Nel 2015 il Pil crescerà dell’1% al Nord ed appena dello 0,1% al Sud. La fine della crisi lascia un Paese ancora più diviso e diseguale. Il divario del reddito tra Nord e Sud è tornato a crescere, anche se la popolazione meridionale è diminuita. Nel Mezzogiorno il reddito pro capite nel 2014 è stato di 16.975 euro, mentre nel Centro-Nord è stato di 31.586 euro, con una differenza di 14.611 euro. Il differenziale è salito a 46,3 punti percentuali. Tra il 2008 ed il 2014 i consumi sono calati nel Mezzogiorno del 13,2%, più del doppio di quanto registrato nel resto del Paese, dove la diminuzione è stata del 5,5%. Durante la crisi la flessione della spesa per investimenti è stata rilevante in tutto il Paese, ma molto più ampia al Sud, dove è diminuita del 38,1%, mentre nel resto dell'Italia è calata del 27,1%.
Negli ultimi sette anni il Mezzogiorno è stato penalizzato dalla crisi ed ora rischia di esserlo anche nella fase di ripresa dell’economica. Scrive la Svimez nel suo rapporto: ‘Dopo il fallimento delle politiche di austerità che hanno aumentato le differenze tra aree sviluppate ed aree deboli dell’Ue, è giunto il momento di mettere in campo, con una forte discontinuità rispetto al passato, una strategia nazionale di sviluppo, all’altezza delle grandi sfide economiche e sociali che abbiamo di fronte, che ponga al centro il Mezzogiorno’.

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