lunedì 26 ottobre 2015

I dipendenti pubblici licenziati nel 2013 per motivi disciplinari sono stati 220 cioè lo 0,0063%

In proporzione i dipendenti licenziati nel settore privato sono dieci volte di più di quello pubblico. Le principali cause di questa discrepanza sono nella mancanza di controlli, nella ‘collusione’ tra dirigenti ed impiegati e nell’inefficienza del sistema giudiziario

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

I dipendenti della Pubblica amministrazione sono circa 3,5 milioni, di questi lo 0,2%, cioè 6900, hanno subito contestazioni disciplinari nel 2013, ultimo dato disponibile, e solo 220, cioè lo 0,0063% sono stati licenziati. Le motivazioni sono state: novantanove per assenze ingiustificate, settantotto per reati, trentacinque per comportamenti non corretti, negligenza o inosservanza dell’ordine di servizio e sette per doppio lavoro.
Sono aumentati notevolmente rispetto alle trentacinque destituzioni di dieci anni fa, ma molti meno rispetto al settore privato, dove gli allontanamenti sono stati dieci volte di più e, a differenza di quanto avviene nel pubblico, se un dipendente timbra il cartellino al posto di un altro il licenziamento è certo ed immediato.
Marianna Madia, ministro della Semplificazione e
della Pubblica Amministrazione
Nel 2009 è entrata in vigore la riforma della Pubblica amministrazione che consente di intervenire con celerità, ma nella pratica poco è cambiato, anzi i sindaci spesso preferiscono rivolgersi alla Procura anziché al capoufficio.
Secondo Pietro Ichino, docente di diritto del lavoro e senatore del Pd, questo avviene perché ‘i dirigenti pubblici non si assumo le proprie responsabilità: né sul piano disciplinare né su quello organizzativo’.
Inoltre, la maggior parte dei procedimenti disciplinari si concludono con archiviazioni o sanzioni lievi. Le indagini ed i processi durano troppo ed i verdetti spesso arrivano quando non servono più ed il giudice civile reintegra il lavoratore perché il giudice penale non ha chiuso il processo.
Il problema ovviamente non dipende solo dall’inefficienza del sistema giudiziario e dalla ‘collusione’ che c’è tra i dirigenti e gli impiegati, ma è anche e soprattutto un fatto culturale ed affrontarlo richiederà tanto tempo e tanta pazienza.

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