In proporzione i
dipendenti licenziati nel settore privato sono dieci volte di più di quello
pubblico. Le principali cause di questa discrepanza sono nella mancanza di controlli,
nella ‘collusione’ tra dirigenti ed impiegati e nell’inefficienza del sistema
giudiziario
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
I
dipendenti della Pubblica amministrazione sono circa 3,5 milioni, di questi lo 0,2%, cioè 6900,
hanno subito contestazioni disciplinari nel 2013, ultimo dato disponibile, e
solo 220, cioè lo 0,0063% sono stati licenziati. Le motivazioni sono state: novantanove per assenze
ingiustificate, settantotto per reati, trentacinque per comportamenti non
corretti, negligenza o inosservanza dell’ordine di servizio e sette per doppio
lavoro.
Sono
aumentati notevolmente rispetto alle trentacinque destituzioni di dieci anni fa, ma molti meno rispetto al settore
privato, dove gli allontanamenti sono stati dieci volte di più e, a differenza
di quanto avviene nel pubblico, se un dipendente timbra il cartellino al posto
di un altro il licenziamento è certo ed immediato.
Marianna Madia, ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione |
Nel
2009 è entrata in vigore
la riforma della Pubblica amministrazione che consente di intervenire con
celerità, ma nella pratica poco è cambiato, anzi i sindaci spesso preferiscono
rivolgersi alla Procura anziché al capoufficio.
Secondo Pietro Ichino, docente di diritto del
lavoro e senatore del Pd, questo avviene
perché ‘i dirigenti pubblici non si assumo le proprie responsabilità: né sul
piano disciplinare né su quello organizzativo’.
Inoltre, la maggior
parte dei procedimenti disciplinari si concludono con archiviazioni o sanzioni
lievi. Le indagini ed i processi durano troppo ed i verdetti spesso arrivano
quando non servono più ed il giudice civile reintegra il lavoratore
perché il giudice penale non ha chiuso il processo.
Il problema ovviamente
non dipende solo dall’inefficienza del sistema giudiziario e dalla ‘collusione’
che c’è tra i dirigenti e gli impiegati, ma è anche e soprattutto un fatto culturale ed affrontarlo richiederà tanto tempo e
tanta pazienza.
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