Pochi
giorni fa l’Eurostat ha attestato che la Sicilia è la regione europea con il
più basso tasso di occupazione, ieri l’Osservatorio sul precariato dell’Inps ha
comunicato che è aumentata l’occupazione stabile, ma al Sud le percentuali di
crescita sono più basse della media nazionale
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Nei
primi otto mesi del 2015 è aumentato di 299.375 unità il numero di nuovi
rapporti di lavoro a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo del 2014. Nello stesso periodo sono cresciuti
di 29.377 unità i contratti a termine, mentre si riducono di 11.744 unità quelli
in apprendistato. I rapporti stabili sul totale dei contratti di lavoro sono
passati dal 32,3% dei primi otto mesi del 2014 al 38,1% dello stesso periodo
del 2015.
Le
variazioni rilevate dall’osservatorio dell’Inps evidenziano notevoli differenze
tra le varie aree geografiche del Paese. L’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato è
superiore alla media nazionale del 34,6% in tutte le regioni del Centro-Nord e solo
in parte in quelle meridionali. In Friuli-Venezia Giulia è stato dell’84,5%, in
Umbria del 61,6%, nelle Marche del 53,1%, in Piemonte del 52.7%, in Trentino-Alto
Adige del 50,5%, in Emilia-Romagna del 49,4%, in Liguria del 47,7%, in Veneto
del 46,3%, in Basilicata del 40,9%, nel Lazio del 40,8%, in Lombardia del
39,3%, in Toscana del 36,4% ed in Sardegna del 36,2%.
I
risultati peggiori sono stati rilevati nelle regioni del Sud. In particolare in Calabria dove è
stato registrato un aumento del 17,3%, in Puglia del 16,3% e in Sicilia dell’11%.
Inoltre, le assunzioni a tempo indeterminato instaurate con l’esonero
contributivo risultano concentrati nel Mezzogiorno, dove i contratti con la
decontribuzione sono stati 160.112.
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