martedì 13 ottobre 2015

L’occupazione cresce, ma a due velocità: Sicilia, Calabria e Puglia fanno meno della media nazionale

Pochi giorni fa l’Eurostat ha attestato che la Sicilia è la regione europea con il più basso tasso di occupazione, ieri l’Osservatorio sul precariato dell’Inps ha comunicato che è aumentata l’occupazione stabile, ma al Sud le percentuali di crescita sono più basse della media nazionale

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Nei primi otto mesi del 2015 è aumentato di 299.375 unità il numero di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo del 2014. Nello stesso periodo sono cresciuti di 29.377 unità i contratti a termine, mentre si riducono di 11.744 unità quelli in apprendistato. I rapporti stabili sul totale dei contratti di lavoro sono passati dal 32,3% dei primi otto mesi del 2014 al 38,1% dello stesso periodo del 2015.
Le variazioni rilevate dall’osservatorio dell’Inps evidenziano notevoli differenze tra le varie aree geografiche del Paese. L’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato è superiore alla media nazionale del 34,6% in tutte le regioni del Centro-Nord e solo in parte in quelle meridionali. In Friuli-Venezia Giulia è stato dell’84,5%, in Umbria del 61,6%, nelle Marche del 53,1%, in Piemonte del 52.7%, in Trentino-Alto Adige del 50,5%, in Emilia-Romagna del 49,4%, in Liguria del 47,7%, in Veneto del 46,3%, in Basilicata del 40,9%, nel Lazio del 40,8%, in Lombardia del 39,3%, in Toscana del 36,4% ed in Sardegna del 36,2%.
I risultati peggiori sono stati rilevati nelle regioni del Sud. In particolare in Calabria dove è stato registrato un aumento del 17,3%, in Puglia del 16,3% e in Sicilia dell’11%. Inoltre, le assunzioni a tempo indeterminato instaurate con l’esonero contributivo risultano concentrati nel Mezzogiorno, dove i contratti con la decontribuzione sono stati 160.112.

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