domenica 16 giugno 2019

Fiumara d’Arte, il parco di sculture a cielo aperto più grande al mondo

Nei comuni di Motta d’Affermo, Tusa, Castel di Lucio, Mistretta e Reitano, sono ubicate le opere a cielo aperto di Fiumara d’arte, oggi riconosciuto come ‘il parco di sculture a cielo aperto più importante al mondo’

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

La finestra sul mare di Tano Festa a Villa Margi (Me)
(Foto da ateliersulamare.com)
La maggior parte delle opere sono collocate agli argini del torrente Tusa che scorre tra i comuni di Tusa e Motta d’Affermo. Nei pressi di Castel di Tusa si trovano anche i resti di un sito di epoca greca-romana risalenti al 450 a.C.: la valle dell’Halaesa. 
La prima opera, ‘La materia poteva non esserci’ è stata realizzata da Pietro Consagra nel 1986. La scultura, dedicata alla memoria del padre da Antonio Presti, il fondatore e mecenate di Fiumara d’Arte, è in cemento armato ed è alta diciotto metri. La seconda scultura dal titolo ‘Una curva gettata alle spalle del tempo’ è stata realizzata nel 1988 ed è di Paolo Schiavocampo. L’opera si trova nel comune di Castel di Lucio. Il Monumento per un poeta morto’ di Tano Festa è del 1989, la scultura è ubicata a Villa Margi (frazione del comune di Reitano), a pochi metri dal mare ed ha la forma di una finestra ed è per questo che è conosciuta anche come: ‘La finestra su mare’. 
La pietra poteva non esserci di Pietro Consagra - Tusa (Me)
(Foto da ateliersulmare.com)
Quell’anno ed in quello successivo vennero realizzate altre quattro opere: la ‘Stanza di barca d’oro’ di Hidetoshi Nagasawa che si trova nel torrente Romei a Mistretta, ‘Energia mediterranea’ di Antonio Palma che ha la forma di un onda ed è collocata nel comune di Motta d’Affermo, ‘Il Labirinto di Arianna’ di Italo Lanfredini situata nei pressi di Castel di Lucio, dove si trova anche ‘Artheusa’, opera in ceramica realizzata sulla facciata esterna della locale caserma dei carabinieri ed è di Piero Dorazio e Graziano Marini. 
Le opere si trovano su suolo pubblico e sono state realizzate senza le autorizzazioni previste dalla legge, per cui erano abusive ed hanno rischiato di essere demolite. Dopo una lunga vertenza legale la disputa si è conclusa positivamente per Fiumara d’Arte. Una sentenza della Corte di Cassazione del 23 febbraio del 1994 ha, infatti, regolarizzato l’ubicazione delle opere. Da allora il ‘Parco’ è riconosciuto come ‘percorso turistico culturale’ ed è considerato ‘uno dei parchi di sculture a cielo aperto più grande al mondo’. 
Energia mediterranea di Antonio Palma  - Motta d'Affermo (Me)
(Foto da ateliersulmare.com)
Il 21 marzo del 2010 è stata inaugurata un’altra opera: ‘Piramide – 38° parallelo’ di Mauro Staccioli. Oggi essa è diventata la più famosa tra quelle di Fiumara d’Arte sia per la sua collocazione, sia perché ogni anno in occasione del solstizio d’estate vi si svolge il Rito della Luce’. Situata in contrada Belvedere, un’altura nel territorio di Motta d’Affermo, la scultura  si affaccia, a nord, sul mare mediterraneo e ad ovest, al di là del torrente, verso gli scavi dell’antica Haleasa. In quel luogo di contemplazione si può godere di un panorama mozzafiato. Oltre alla bellezza e all'imponenza della Piramide, si può ammirare tutto il litorale tirrenico della Sicilia e guardando verso l'orizzonte distinguere le sagome delle isole dell'arcipelago delle Eolie. 
Nel 2015 è stata realizzata a Castel di Tusa l’ultima scultura: ‘Respiro’ di Giacomo Rizzo. Altre opere sono le stanze del Museo Albergo Atelier sul Mare e che costituiscono la principale attrazione del complesso residenziale ubicato a Castel di Tusa, a pochi metri dal mare e che è parte integrante di Fiumara d’Arte. 
Si parla spesso di turismo e di cultura come leve di sviluppo per il Sud, ebbene occorre riconoscere la validità e l'importanza delle scelte fatte dagli amministratori dei comuni dove sono ubicate le opere ed in particolare a quelli di Motta d’Affermo che, senza se e senza ma, hanno sostenuto e promosso, anche finanziariamente, Fiumara d’Arte fin dalla sua fondazione. Ed è certo che senza il loro impegno oggi il ‘Parco’, nonostante il ruolo preminente e la volontà del suo fondatore Antonio Presti, non esisterebbe e, comunque, non costituirebbe un valore aggiunto fondamentale per il futuro economico e sociale di questa terra e per queste comunità.


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