6.500 sarebbero i morti imputabili ai lavori per la costruzione degli impianti della ventiduesima edizione dei Mondiali di calcio che domani inizieranno in Qatar
Foto da cardsofqatar.com |
Quelle
che sono state pubblicate ‘provocatoriamente’ da thegardian.com pochi giorni fa
raffigurano invece i tanti, troppi lavoratori che hanno perso la vita per
costruire gli stadi, le strade e tutto quanto è legato alla manifestazione
sportiva che domani inizierà in Qatar.
Sulle
figurine di Card of Qatar ci sono i volti dei migranti con la bandiera
del loro Paese e un numero che non è quello della maglia, ma l’età che avevano
quando sono morti.
Secondo
il quotidiano britannico sarebbero circa 6.500, cioè 12 ogni settimana, i morti imputabili ai lavori per la costruzione degli impianti iniziati nel 2010.
Si
tratta di emigranti economici provenienti dal Nepal, dall’India, dal Bangladesh
e dallo Sri Lanka.
Un’opportunità di lavoro si è trasformata per tanti in una tragedia, la stessa che ogni giorno
colpisce decine di lavoratori in tutto il mondo. Vite perse al solo scopo di arricchire imprenditori avidi e senza scrupoli.
Nei
prossimi giorni miliardi di individui resteranno incollati a guardare sugli
schermi di tivvù ultrapiatte e in quattro k i lustrini e le
meraviglie architettoniche costruite sulla pelle della povera gente. I campioni
del calcio, strapagati e milionari, calpesteranno l’erba dove sono deceduti
decine di lavoratori giunti fin lì perché costretti dal bisogno e dalla fame.
Ancora una volta la miseria è stata utilizzata per l’arricchimento di pochi.
Gli altri,
i tanti, vedremo uno spettacolo macchiato dal sangue e, di certo, saranno in pochi coloro che,
anche tra i lavoratori, spegneranno il televisore.
Fonte theguardian.com
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