sabato 19 novembre 2022

I Mondiali della ‘vergogna’

6.500 sarebbero i morti imputabili ai lavori per la costruzione degli impianti della ventiduesima edizione dei Mondiali di calcio che domani inizieranno in Qatar

di Giovanni Pulvino

Foto da cardsofqatar.com

Negli anni Settanta e Ottanta collezionare le figurine Panini era un’abitudine di tanti bambini e non solo. Era uno sfizio che non tutti si potevano permettere. ‘Sprecare’ i pochi denari guadagnati con i sacrifici dei genitori non era concesso a tutti. In tanti ci limitavamo a guardare la raccolta fatto con pazienza e tanti sacrifici da un amico. Per molti di noi era l’unico modo per conoscere i volti dei giocatori della Serie A e delle altre categorie minori. Per risparmiare si scambiavano i doppioni, ma la figurina di Pizzaballa era introvabile.

Quelle che sono state pubblicate ‘provocatoriamente’ da thegardian.com pochi giorni fa raffigurano invece i tanti, troppi lavoratori che hanno perso la vita per costruire gli stadi, le strade e tutto quanto è legato alla manifestazione sportiva che domani inizierà in Qatar.

Sulle figurine di Card of Qatar ci sono i volti dei migranti con la bandiera del loro Paese e un numero che non è quello della maglia, ma l’età che avevano quando sono morti.

Secondo il quotidiano britannico sarebbero circa 6.500, cioè 12 ogni settimana, i morti imputabili ai lavori per la costruzione degli impianti iniziati nel 2010.

Si tratta di emigranti economici provenienti dal Nepal, dall’India, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka.

Un’opportunità di lavoro si è trasformata per tanti in una tragedia, la stessa che ogni giorno colpisce decine di lavoratori in tutto il mondo. Vite perse al solo scopo di arricchire imprenditori avidi e senza scrupoli.

Nei prossimi giorni miliardi di individui resteranno incollati a guardare sugli schermi di tivvù ultrapiatte e in quattro k i lustrini e le meraviglie architettoniche costruite sulla pelle della povera gente. I campioni del calcio, strapagati e milionari, calpesteranno l’erba dove sono deceduti decine di lavoratori giunti fin lì perché costretti dal bisogno e dalla fame.

Ancora una volta la miseria è stata utilizzata per l’arricchimento di pochi.

Gli altri, i tanti, vedremo uno spettacolo macchiato dal sangue e, di certo, saranno in pochi coloro che, anche tra i lavoratori, spegneranno il televisore.

Fonte theguardian.com

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