Una volta per guardare i gol della domenica dovevi sintonizzarti su un canale della Rai, oggi puoi vederli in diretta, ma solo sulle emittenti private e, in gran parte, a pagamento
Con
l’arrivo delle emittenti private è cambiato tutto.
L’azienda
pubblica è un colosso per numero di dipendenti e per costi di produzione, ma è
la cenerentola nella trasmissione di eventi sportivi in diretta, che, come si
sa, sono i principali catalizzatori di telespettatori ed introiti pubblicitari.
In più è l’unica a cui siamo obbligati a pagare il canone.
Alla Rai rimangono solo le partite della Nazionale, ma
non sono più una sua esclusiva. Questi eventi si possono vedere anche sulle emittenti private.
Si
dice che è troppo oneroso acquistare i diritti degli eventi sportivi, ma Mediaset, che non ha il canone, come fa a sostenere i costi di trasmissione
in chiaro della Coppa Italia e di una partita a settimane della Champions League?
Gli
sportivi che vorranno vedere in Tv o sulla Rete il campionato italiano e le principali
competizioni europee dovranno pagare i colossi del satellite ed ora anche del
web.
La
stagione 2021/22 rappresenta una vera rivoluzione per televisione ed internet.
Dopo diciotto
anni Sky (satellite) trasmetterà in co-esclusiva solo tre partite a giornata del campionato di Serie A. I
tifosi potranno vedere tutti gli incontri solo in streaming (web) su Dazn. L’azienda
britannica ha stipulato un accordo di partnership con Tim Vision, la Tv internet
della Tim. Il campionato di Serie B andrà in diretta, oltre che su Dazn e Sky, anche
sulla piattaforma web di Helbiz, azienda italo-americana di monopattini
elettrici.
Mediaset
ha acquistato 121 su 137 match della Champions League. 17 di queste e la finale
saranno trasmesse in chiaro da Canale 5, le altre a pagamento su Infinity. Con
Prime Video anche Amazon trasmetterà sulla Rete sedici gare del mercoledì sera di
Champions, ovviamente saranno a pagamento.
I campionati
esteri andranno in onda sui canali di Sky, Dazn e Tim Vision, mentre Mediaset si è
assicurata l’esclusiva della Coppa Italia.
E la Rai? Nulla, a parte il chiacchiericcio dei tanti giornalisti ed opinionisti. Ormai l'azienda pubblica è un colosso dai piedi d’argilla. Tutte le volte che un amministratore delegato un tantino rigoroso tenta di ristrutturare i palinsesti per ridurne i costi, arrivano gli stop dei politici che invocano la libertà di stampa.
Se non si rompe il legame tra partiti ed azienda la rinuncia ad acquistare i diritti degli eventi sportivi continuerà ad essere una scelta inevitabile.
Chi
non ha fatto l’abbonamento a Sky, ad una delle piattaforme web o non può accedere a questi canali (zone bianche), potrà solo ascoltare la Radio e seguire lo spezzatino di partite su Tutto il calcio minuto per minuto, una delle poche trasmissioni che vale la pena continuare a
seguire sui canali dell’azienda pubblica.
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