sabato 28 agosto 2021

Isis, solo odio e morte, ma perché?

Non sono i primi e non saranno gli ultimi. Sacrificare la propria esistenza per causare stragi e lutti fa parte del cammino dell’uomo. È inevitabile, ma che senso ha?

di Giovanni Pulvino

'Segui i tuoi sogni' - Opera di Bansky 
(foto da it.blastingnews.com)
La strage all’aeroporto di Kabul del 26 agosto è indicibile. Circa 200 morti e altrettanti feriti, ma perché? Erano uomini, donne e bambini che non facevano male a nessuno. La vita è una, non c’è una seconda volta, allora perché?

Sono decenni che i terroristi dell’Isis compiono attentati kamikaze con il solo scopo di uccidere persone innocenti. È una corsa a togliere la vita, ma qual è il loro scopo?

La fede religiosa è solo un pretesto, nessun Dio può volere la morte di un essere umano.

E nessun ideale politico può propugnare la morte del suo popolo. È una contraddizione in termini.

E non ci possono essere spiegazioni sociologiche o economicheL’odio e la violenza sui civili inermi aumentano le ingiustizie anziché impedirle. Le disuguaglianze si riducono con la crescita culturale e civile di un popolo. 

Allora, perché? Non abbiamo una seconda alternativa, si nasce e si muore una volta sola. Cosa spinge questi uomini e queste donne a togliersi la vita per negarla ad altri? Quanto odio c’è nei loro cuori per dare la morte ad un bambino che pochi secondi prima di premere l’innesco esplosivo hai guardato negli occhi e magari gli hai fatto un sorriso?

Cos’hanno concluso? Nulla, se non aver causato dolore e sofferenza in chi resta, ma anch’esse sono memorie a termine, destinate ad avere una fine.

Non c’è e non ci può essere una motivazione. Togliere la vita non ha senso, mai. Non siamo indispensabili, il mondo andrà avanti anche senza di noi e malgrado noi. Allora perché uccidere?

Questi atti mostrano la precarietà della vita e l’irrazionalità dei nostri gesti, il cammino dell’uomo è incerto e breve, oltre non c’è nulla.

E non è una questione di potere. Piuttosto è paura. Incutere terrore per non mettersi in discussione. Per non vedere i propri limiti e le proprie frustrazioni. 

Come sono tristi questi uomini e queste donne che si autodistruggono. Sono esistenze a perdere, nient’altro. Uccidono perché sono incapaci di vivere. Odiano le donne perché non sanno amarle. Tolgono la vita ai loro figli perché non hanno un futuro su cui credere.

Eppure, fanno parte della storia dell’uomo. Non sono i primi e non saranno gli ultimi. Sacrificare la propria esistenza per causare stragi e lutti fa parte del nostro cammino. È inevitabile.

Sono solo odio e morte, ma sono destinati a passare, come tutto come tutti, allora perché?

 

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