È da tempo che Silvio Berlusconi tenta di designare un suo successore alla guida di Forza Italia e del Centrodestra. L’ultimo tentativo, subito naufragato, è stato quello del presidente del Coni, Giovanni Malagò
Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Gianfranco Fini, Stefano Parisi e Giovanni Toti |
Il tentativo
dell’ex leader di Alleanza Nazionale di diventare l’erede di Silvio Berlusconi finì
così, con un’inutile invettiva.
Nel
2011 fu la volta di Angelino Alfano. Quell’anno il fondatore di Mediaset fu
costretto a dimettersi da presidente del Consiglio e da Forza Italia. Alla
guida del partito fu chiamato proprio Angelino Alfano. Quell’esperimento durò
appena un anno. Silvio Berlusconi lo liquidò con una dichiarazione sprezzante:’
Alfano
è bravo, gli vogliono tutti bene, però gli manca il quid’.
Ad un certo punto la candidata ideale a succedere a Silvio Berlusconi sembrò essere la figlia Marina. Era il 2013. Ma, dopo diversi tentennamenti, all'interesse politico prevalse quello economico delle aziende di famiglia. Nel 1994 Silvio Berlusconi è ‘sceso in campo' per garantire un futuro a Mediaset. E tra la politica e le aziende ha scelto sempre queste ultime.
Nel 2016 toccò a Stefano Parisi. Manager ed uomo di Confindustria, sembrava essere l'uomo giusto, ma subì due cocenti sconfitte elettorali. La prima a sindaco di Milano e la seconda a governatore del Lazio. ‘Parisi cerca di avere un ruolo nel Centrodestra, ma avendo questa situazione di contrasto con Salvini credo che questo ruolo non possa averlo", dichiarò Silvio Berlusconi.
Nel 2020 Giovanni Toti per conquistare la leadership del partito propose le primarie. Insieme con Mara Carfagna era stato nominato coordinatore di Forza Italia, ma a prendere le decisioni era sempre Berlusconi che, infatti, blocco tutto. Nel 2021 il governatore della Liguria ed il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro hanno fondato un altro partitino: ‘Coraggio Italia’.
Pochi
giorni fa l'ex Cavaliere ha incontrato il presidente del Coni, Giovanni
Malagò, per designarlo a capo di Forza Italia. Tutto inutile.
L’idea
del partito unico del Centrodestra, ribadita più volte nelle ultime settimane da Silvio Berlusconi e da Matteo Salvini, ha un solo scopo: bloccare l'ascesa politica di Giorgia
Meloni. Nella sostanza è un’altra bocciatura.
I ‘delfini’
sono ancora tanti, ma trovare un erede è praticamente impossibile.
Per
affinità caratteriali e politiche l’unico che potrebbe ricoprire quel ruolo è
Matteo Renzi, ma è un’ipotesi impraticabile. L’elettore moderato, ha più
volte sottolineato il leader forzista, non capirebbe e comunque non voterebbe
mai un ex segretario del Partito democratico.
Forza Italia è destinata a rimanere ‘orfana’.
Per come è nata e per come è strutturata non può avere un ‘Capo’ che non sia
Silvio Berlusconi.
È la logica del leaderismo e del sovranismo. Della politica autoreferenziale e
mediatica, degli interessi personali e del profitto, dell’individualismo senza
se e senza ma.
La Destra, prima o poi, si darà un nuovo leader, ma, questo è certo, non potrà essere designato da Silvio Berlusconi.
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