sabato 25 settembre 2021

Salvatore Borsellino: ‘Mio fratello è morto per niente’

La trattativa c’è stata’, ma secondo la sentenza di secondo grado ‘non costituisce reato’, Salvatore Borsellino

di Giovanni Pulvino

Paolo e Salvatore Borsellino
Aspetto di leggere le motivazioni, tuttavia la sentenza, con la condanna di Bagarella e Cinà, conferma che la trattativa c’è stata, l’assoluzione di Mori e De Donno vuol dire che quella trattativa non costituisce reato. È l’ipotesi peggiore che potessi immaginare perché sull’altare di quella trattativa è stata sacrificata la vita di Paolo Borsellino. Questo significa che mio fratello è morto per niente’. Questo è quanto ha dichiarato ad Adnkronos Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ucciso dalla Mafia nel 1992.

La strage di Capaci che provocò la morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonino Montinaro diede inizio agli attentati degli anni Novanta. Fu la risposta violenta della Mafia alla sentenza di condanna del maxiprocesso.

Paolo Borsellino sapeva di essere nel mirino. Nei giorni e nelle settimane che seguirono successero alcuni fatti che ancora oggi non sono stati spiegati. La sentenza di appello conferma che ci fu una ‘trattativa’, ma per i giudici ‘non costituisce reato’.

Non sappiamo se il magistrato era a conoscenza di quei contatti, anche se tanti piccoli episodi ci fanno ritenere che ne era consapevole. Di certo era preoccupato e già presagiva quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni. Nelle ultime interviste era evidente il suo disagio. Perché aveva tanta fretta di essere sentito dalla procura di Caltanissetta? Non lo sapremo mai, ma è assai probabile che fosse venuto a conoscenza della ‘trattiva’ o di qualcosa di simile. Cosa c’era scritto nell’agenda rossa scomparsa dopo l’attentato di via D‘Amelio?

La sentenza di appello sulla 'trattativa' è una sconfitta della lotta alla Mafia, ma è anche e soprattutto l’ennesimo fallimento della magistratura inquirente e giudicante italiana. Processi infiniti che alla fine non decidono o che rinviano ad un grado di giudizio successivo, anch’esso non definitivo. I familiari delle vittime non avranno giustizia e noi italiani non conosceremo mai la verità sulle stragi di Mafia del 1992  e del 1993.

E chi ripagherà gli imputati che sono stati assolti dei danni morali ed economici dovuti ai processi a cui sono stati sottoposti? Il sistema giudiziario italiano non funziona. E non è una questione di modalità del procedimento giudiziario o di sanzioni previste dal Codice penale. No, è solo la mancanza di professionalità di tanti procuratori e giudici. Non sappiamo prenderci le nostre responsabilità, preferiamo quasi sempre delegare a qualcun altro. Anche i magistrati fanno lo stesso, annullano le sentenze se c’è qualche dubbio o se le ‘formalità’ procedurali non sono state rispettate alla lettera. L’interpretazione dei fatti varia da un soggetto giudicante rispetto a quello precedente, tutto a scapito della verità come in questo caso.

La 'trattativa c’è stata', ma per i giudici di secondo grado 'non è un reato'. Amen.

Fonte adnkronos.com

 

Nessun commento:

Posta un commento