martedì 17 agosto 2021

Zarifa Ghafari: ‘I talebani presto verranno a prendermi, e mi uccideranno’

‘Sono qui, seduta, e qui resto. So che i talebani presto verranno a prendermi, e mi uccideranno, e così faranno con quelle come me. Ma non vado via’, Zarifa Ghafari, 15 agosto 2021

di Giovanni Pulvino

Foto di @Zarifa_Ghafari (dal profilo Twitter)
Sindaco di Maidanshahr dal 2019, Zarifa Ghafari è una delle poche donne afgane a ricoprire un’importante carica politica. Nel 2018, quando è stata nominata dal presidente Ashraf Ghani, aveva appena 26 anni. Per l’ostilità dei politici locali ha potuto iniziare il suo mandato solo nel 2019. Dopo aver prestato giuramento ha subito minacce di morte dai talebani e dall’Isis. 

E' diventata un modello per le altre donne afgane. Per questo motivo nel 2020 è stata scelta dal Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, come International Woman of Courage. 


Il 5 novembre dello scorso anno, dopo l’assassinio di suo padre, ha detto: ‘Sono i talebani. Non mi vogliono a Maidanshar. Ecco perché hanno ucciso mio padre’.

Sono seduta qui ad aspettare che arrivino. Non c'è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto sola seduta con loro e mio marito. E verranno per le persone come me e mi uccideranno’. Queste potrebbero essere le ultime parole di Zarifa Ghafari.

La ‘fuga’ in fretta e furia della coalizione militare anti-talebana sta mettendo in pericolo la vita di decine di migliaia di uomini e donne che si sono fidati dei governi occidentali, compreso quello italiano.

Ad occupare e successivamente abbandonare l’Afghanistan non sono stati solo i marines a stelle e strisce, prima di loro negli anni ottanta lo hanno fatto i soldati dell’armata Rossa. Le due superpotenze militari non sono riuscite ad imporre i loro modelli istituzionali ed economici.

Ora, mentre il nostro ministro degli Esteri si gode il mare di Ferragosto, Zarifa è rimasta nella sua terra a difendere pacificamente i diritti e la dignità del suo popolo.  

E con Lei tanti attivisti e militanti a cui non resta che resistere e sperare di non diventare le nuove vittime dell’integralismo religioso.

Fonti: it.wikipedia.org e facebook.com

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