L'Unione europea per concederci i finanziamenti del PNRR ci chiede procedimenti penali più rapidi, ma con la riforma Cartabia ci limiteremo a renderli ‘improcedibili’
Marta Cartabia e Alfonso Bonafede |
Ecco
le principali novità, sempre che non ci siano ulteriori cambiamenti prima
dell’approvazione definitiva del Senato.
Il
Disegno di legge presentato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede
prevedeva l’interruzione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Il
nuovo art. 161 bis c.p. della riforma Cartabia dispone che ‘il corso della
prescrizione del reato cessa definitivamente con la pronunzia della sentenza di
primo grado. Nondimeno, nel caso di annullamento che comporti la regressione
del procedimento al primo grado o a una fase anteriore, la prescrizione
riprende il suo corso dalla data della pronunzia definitiva di annullamento’
La norma
più controversa del disegno di legge delega riguarda la cosiddetta ‘improcedibilità’.
Il nuovo art. 344 bis del Codice di procedura penale stabilisce l’interruzione dell’azione penale per la mancata definizione del giudizio di appello
entro il termine di due anni o per la mancata definizione del giudizio di Cassazione
entro il termine di un anno.
Tali
termini in alcuni casi, tassativamente elencati, possono essere aumentati. In
particolare, per i reati gravi o complessi come terrorismo e
associazione mafiosa.
La
sopravvenuta improcedibilità penale non comporterà necessariamente anche quella
civile, il giudice potrà rinviare a quello competente in Corte d’appello che
potrà utilizzare le prove raccolte nel corso del procedimento.
Infine,
è costituito dal ministero un Comitato tecnico-scientifico per il monitoraggio
sull’efficienza della giustizia penale, sulla ragionevole durata del
procedimento e sulla statistica giudiziaria. Lo scopo è quello di valutare il
raggiungimento degli obiettivi e l’effettiva funzionalità degli istituti
giudiziari.
La riforma Cartabia non riduce i tempi dei processi, ma semplicemente li cancella
se questi dovessero protrarsi più del dovuto. Lo Stato italiano alza bandiera
bianca. Non potendo fare ‘giustizia’, depenna i procedimenti a tutto vantaggio
degli imputati.
Ed è
evidente che ad usufruire della nuova normativa non saranno i ‘ladri di polli’, ma
chi potrà permettersi studi legali particolarmente attrezzati e costosi.
Quello
che i garantisti di tutti gli schieramenti politici non sono riusciti a fare nelle
ultime legislature, lo farà un ministro tecnico con il sostegno di quasi tutto
il Parlamento.
Tutto con buona pace di quanti aspettano ‘giustizia’ da decenni e che ora, se il Ddl Cartabia sarà approvato, non avranno mai.
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