giovedì 23 luglio 2015

Brescia, piazza della Loggia: condannati all’ergastolo due neofascisti di Ordine Nuovo

Dopo 41 anni di depistaggi, assoluzioni ed insabbiamenti sono stati condannati all’ergastolo per la strage di piazza della Loggia due neofascisti: Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Brescia, piazza della Loggia 28 maggio 1974
Carlo Maria Maggi e l’ex fonte ‘Tritone’ dei servizi segreti italiani Maurizio Tramonte sono stati condannati all’ergastolo nel processo d’Appello bis per la strage di Piazza della Loggia avvenuta il 28 maggio del 1974. Il primo, che oggi ha 80 anni, sarebbe stato il mandante, mentre il secondo avrebbe partecipato a tutta la fase di preparazione dell’attentato. La bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati. L’esplosione dell’ordigno provocò 8 vittime ed il ferimento di 102 persone.
Brescia, piazza della Loggia 28 maggio 1974
Il 14 aprile 2012 gli imputati erano stati assolti insieme a Delfo Zorzi, Francesco Delfino e Pino Rauti con la formula dubitativa dell’articolo 530 comma 2, vale a dire con la formula della vecchia insufficienza delle prove. Due anni dopo la Cassazione ha disposto un nuovo processo d’appello per Maggi e Tramonte confermando invece le altre tre assoluzioni.
Brescia, piazza della Loggia 28 maggio 1974
L’attentato di Brescia fu uno dei tanti compiuti tra la fine degli anni Sessanta e durante gli anni Settanta nell’ambito di quella che è stata definita come ‘strategia della tensionee che aveva come scopo quello di fermare l’avanzata elettorale del Partito comunista italiano che in quegli anni era molto forte.
Oggi, dopo 41 anni e una  serie interminabile di depistaggi, insabbiamenti e assoluzioni, è giunta la sentenza di condanna. “Giustizia finalmente è fatta, almeno un poco. La soddisfazione è grande”. E’ questo il commento dell’avvocato storico dei familiari delle vittime, Federico Sinicato mentre il presidente dell’Associazione, Manlio Milani, che nella strage ha perso la moglie ha dichiarato: “La sentenza impone una profondissima riflessione su quegli anni dal 69’ al ‘74”. 

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