Dopo 41 anni di depistaggi,
assoluzioni ed insabbiamenti sono stati condannati all’ergastolo per la strage
di piazza della Loggia due neofascisti: Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Brescia, piazza della Loggia 28 maggio 1974 |
Carlo
Maria Maggi e l’ex fonte ‘Tritone’ dei
servizi segreti italiani Maurizio Tramonte sono stati condannati all’ergastolo nel processo
d’Appello bis per la strage di Piazza della Loggia avvenuta il 28 maggio del
1974. Il primo, che oggi ha 80 anni, sarebbe stato il mandante, mentre il secondo
avrebbe partecipato a tutta la fase di preparazione dell’attentato. La bomba
nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una
manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati.
L’esplosione dell’ordigno provocò 8 vittime ed il ferimento di 102 persone.
Brescia, piazza della Loggia 28 maggio 1974 |
Il
14 aprile 2012 gli
imputati erano stati assolti insieme a Delfo Zorzi, Francesco Delfino e Pino
Rauti con la formula dubitativa dell’articolo 530 comma 2, vale a dire con la
formula della vecchia insufficienza delle prove. Due anni dopo la Cassazione ha
disposto un nuovo processo d’appello per Maggi e Tramonte confermando invece le
altre tre assoluzioni.
Brescia, piazza della Loggia 28 maggio 1974 |
L’attentato
di Brescia fu uno dei tanti
compiuti tra la fine degli anni Sessanta e durante gli anni Settanta
nell’ambito di quella che è stata definita come ‘strategia della tensione’ e
che aveva come scopo quello di fermare l’avanzata elettorale del Partito
comunista italiano che in quegli anni era molto forte.
Oggi,
dopo 41 anni e una serie interminabile
di depistaggi, insabbiamenti e assoluzioni, è giunta la sentenza di condanna. “Giustizia finalmente è fatta,
almeno un poco. La soddisfazione è grande”. E’ questo il commento dell’avvocato
storico dei familiari delle vittime, Federico Sinicato mentre il presidente
dell’Associazione, Manlio Milani, che nella strage ha perso la moglie ha
dichiarato: “La sentenza impone una
profondissima riflessione su quegli anni dal 69’ al ‘74”.
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