domenica 12 luglio 2015

E’ falso affermare che le risorse per il salvataggio della Grecia siano andate alle banche francesi e tedesche

Secondo l’analisi fatta per lavoce.info da Nicola Borri e Pietro Reichlin i beneficiari del bail-out della Grecia sono soprattutto le banche greche ed i loro depositanti

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il leader della Grecia Alesïs Tsipras di fronte al Parlamento europeo ha detto:”I vostri soldi sono serviti a salvare le banche, non sono mai arrivati al popolo”.
In realtà secondo l’analisi fatta per lavoce.info da Nicola Borri e Pietro Reichlin i beneficiari dei due bail-out (salvataggi) della Grecia sono soprattutto le banche greche ed i loro depositanti e se 240 miliardi di prestiti non sono andati all’economia greca è responsabilità dei governi di Atene.
Con il primo salvataggio di 110 miliardi avvenuto nel 2010 solo il 35% è stato utilizzato per ripagare i creditori mentre 15 miliardi di euro sono finiti nelle casse delle banche greche e 57 miliardi di euro in quelle del governo greco.
Nel 2012 è stato necessario un secondo salvataggio che ha comportato un haircut (taglio) del debito del 52%. Esso ha riguardato anche l’esposizione verso le banche europee che a quella data era di 60 miliardi di euro. Anche le banche greche hanno subito una perdita di 22 miliardi di euro, questa però è stata coperta subito con un prestito del fondo salva-stati (Efsf).
In pratica le banche europee e principalmente quelle francesi e tedesche nel 2010 avrebbero avuto una perdita di circa 40 miliardi di euro dal default della Grecia mentre nel 2012 con l’haircut hanno perso circa 30 miliardi di euro. Una differenza di 10 miliardi, una cifra piuttosto limitata per poter affermare che ‘i soldi sono serviti per salvare le banche’.
Inoltre, a fronte di questo ‘presunto’ salvataggio, i contribuenti europei adesso sono esposti verso la Grecia, attraverso l’Efsf e la Bce, per una cifra di circa 160 miliardi di euro.
Ora siamo alla vigilia di un altro bail-out, il terzo e, considerati i precedenti, le titubanze di molti governanti europei sono pienamente giustificate.

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