Secondo l’analisi
fatta per lavoce.info da Nicola Borri e Pietro Reichlin i beneficiari del bail-out
della Grecia sono soprattutto le banche greche ed i loro depositanti
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Il leader della
Grecia Alesïs Tsipras di fronte al Parlamento europeo ha detto:”I vostri soldi sono serviti a salvare le
banche, non sono mai arrivati al popolo”.
In
realtà secondo
l’analisi fatta per lavoce.info da Nicola Borri e Pietro Reichlin i beneficiari
dei due bail-out (salvataggi) della Grecia sono soprattutto le banche greche ed
i loro depositanti e se 240 miliardi di
prestiti non sono andati all’economia greca è responsabilità dei governi di Atene.
Con il primo
salvataggio di 110 miliardi avvenuto nel 2010 solo il 35% è stato utilizzato per
ripagare i creditori mentre 15 miliardi di euro sono finiti nelle casse delle
banche greche e 57 miliardi di euro in quelle del governo greco.
Nel 2012 è stato
necessario un secondo salvataggio che ha comportato un haircut (taglio) del
debito del 52%. Esso ha riguardato anche l’esposizione verso le banche europee
che a quella data era di 60 miliardi di euro. Anche le banche greche hanno
subito una perdita di 22 miliardi di euro, questa però è stata coperta subito
con un prestito del fondo salva-stati (Efsf).
In pratica le banche europee e principalmente quelle francesi
e tedesche nel 2010 avrebbero avuto una perdita di circa 40 miliardi di euro
dal default della Grecia mentre nel 2012 con l’haircut hanno perso circa 30
miliardi di euro. Una differenza di 10 miliardi, una cifra piuttosto limitata
per poter affermare che ‘i soldi sono serviti per salvare le banche’.
Inoltre, a fronte di
questo ‘presunto’ salvataggio, i contribuenti
europei adesso sono esposti verso la Grecia, attraverso l’Efsf e la Bce, per una
cifra di circa 160 miliardi di euro.
Ora siamo alla
vigilia di un altro bail-out, il terzo e, considerati i precedenti, le titubanze di molti governanti europei sono
pienamente giustificate.
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