Il presidente della regione Sicilia non reagisce di fronte
alla gravissima affermazione fattagli da Matteo Tutino sulla sua ex assessore
Lucia Borsellino
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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Matteo Tutino |
Lucia Borsellino “va fermata, fatta fuori. Come
suo padre”. Come il giudice Paolo ucciso dalla mafia il
19 luglio di 23 anni fa. Sono queste le parole pesantissime che avrebbe detto
Matteo Tutino, primario dell’ospedale di Palermo Villa Sofia, al governatore
Rosario Crocetta. All’altro capo del telefono, il presidente
della Regione non replica, non s’indigna e non difende la sua, oggi ex,
assessore alla Sanità. L’intercettazione risale a qualche mese fa e sarà
pubblicata domani dall’Espresso che oggi ne riporta uno stralcio in
un’anticipazione sul suo sito online. Matteo Tutino è agli
arresti domiciliari con l’accusa di truffa, peculato, abuso d’ufficio e falso. Secondo
gli inquirenti il medico personale di Rosario Crocetta avrebbe effettuato interventi
di chirurgia plastica nella struttura ospedaliera pubblica in cui non potevano
essere fatti ed in più a carico del Servizio sanitario nazionale. Questa vicenda giudiziaria è uno dei motivi per cui Lucia Borsellino ha
dato le dimissioni dalla carica di assessore che ricopriva da tre anni, cioè da
quando si è insediata la giunta Crocetta. Interpellato dall’agenzia Adnkronos, il presidente della Regione si difende dicendo:”Io
non ho mai sentito quella frase che si sente nelle
intercettazioni del dottor Tutino, altrimenti
la mia reazione sarebbe stata tremenda. Tanto è
vero che dalle presenti intercettazioni non si evince un mio commento, proprio perché
non ho sentito quella frase”. Ed ancora:”Questo non significa che non l’ha
detta, ma se l’avessi sentita avrei avuto una reazione assurda. Sono sbigottito
di questa frase. Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione”.
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