Le sorti politiche del
governatore della Sicilia, Rosario
Crocetta, e quella del sindaco di Roma, Ignazio Marino, sono accomunate dallo stesso assioma: ‘sono troppo onesti per governare’
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Ignazio Marino appena
eletto sindaco di Roma ha denunciato il malaffare che da anni compromette
dirigenti e politici della capitale. Inoltre ha dovuto
affrontare una situazione finanziaria disastrosa ed ha dovuto fare i conti con
un apparato amministrativo inefficiente e corporativo. Eppure, oggi, è accusato di essere un sindaco
‘debole’. Evidentemente, per i suoi detrattori, la sua integrità morale e
la sua serietà non sono virtù sufficienti per consentigli di amministrare la
città più importante del Paese.
Ignazio Marino e Rosario Crocetta |
Rosario Crocetta
vive da anni sotto scorta per aver denunciato e fatto condannare centinaia di
mafiosi. Da governatore ha bloccato il
finanziamento dei corsi professionali, dove in passato si era annidato il
malaffare e la corruzione. Quando è stato eletto, nel 2012, la Sicilia era
sull’orlo del fallimento e secondo i giudici della Corte dei conti la
situazione finanziaria è ancora oggi molto difficile, tra i punti critici ci
sarebbe quello della sanità la cui spesa è aumentata nel 2014 di 615 milioni di
euro. I dipendenti regionali, frutto di decenni
di pratiche clientelari, sono quasi 20000 e c’è un dirigente ogni 8,6 impiegati.
Tutti i tentativi per ridurre i costi del personale proposti dalla Giunta sono
stati vanificati dall’opposizione dei sindacati e dei deputati dell’Ars, compresi
anche alcuni della maggioranza.
“Sono disposto ad assumermi tutte le mie responsabilità. Ma io ho
ereditato una Regione con sei miliardi di deficit. Se il partito me lo chiede, mi dimetto. Ritengo però irresponsabile
andare ora alle elezioni anticipate”. Questo è quanto ha affermato Rosario
Crocetta intervenendo alla riunione della direzione regionale del Pd che si è
tenuta ieri.
La ‘debolezza’ dei
due esponenti del Partito democratico non è solo amministrativa ma è soprattutto
di natura politica. Essi oltre a non
essere supportati da maggioranze consiliari coese non hanno il pieno sostegno
del loro partito. Probabilmente stanno
pagando la loro autonomia nella scelta di collaboratori ed assessori. Alcuni
di essi adesso li stanno abbandonando. Guido Improta a Roma e Lucia Borsellino
a Palermo sono due ‘tecnici’ che sono stati chiamati a svolgere ruoli delicati,
ora di fronte alle difficoltà si tirano indietro.
Quando un docente scrive una
nota disciplinare sul registro di classe, il Dirigente scolastico dovrebbe
intervenire per tutelare il lavoro dell’insegnante ma spesso preferisce soprassedere
accusando il docente di essere debole e di non saper tenere la classe. Ecco a Rosario
Crocetta ed Ignazio Marino sta succedendo la stessa cosa, la responsabilità non è di coloro che hanno trafficato e fatto i debiti
ma di chi è serio e tenta inutilmente di governare.
Nessun commento:
Posta un commento