In
Grecia il ‘No’ al referendum vince con il 61,31% dei voti ma quella di Alexïs Tsipras e di Syriza potrebbe presto
trasformarsi in una vittoria di Pirro
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
“Con la scelta
storica e coraggiosa di oggi, il popolo greco non ha risposto alla domanda
‘dentro o fuori dall’euro?’ che deve essere lasciata definitivamente fuori
dalla discussione. Il popolo greco ha risposto alla domanda: ‘Che tipo di
Europa vogliamo?’ E ha risposto con coraggio: vogliamo un’Europa della solidarietà e della democrazia. Da domani,
la Grecia tornerà al tavolo dei negoziati.“ Questo è quanto ha dichiarato il
premier greco Alexïs Tsipras dopo la
vittoria del ‘no’ al referendum.
Elefanti da guerra nella battaglia di Zama, 18 ottobre 202 a.C. |
“Al
momento non ci sono i presupposti per nuove trattative su altri programmi di
aiuto”. L’ha affermato
il portavoce di Angela Merkel,
Steffen Seiber.
Sembra un dialogo tra
sordi. Dal voto sul referendum Tsipras
esce rafforzato ad Atene ma indebolito in Europa e la sua potrebbe trasformarsi
presto in una vittoria di Pirro. La Grexit adesso è una possibilità
concreta ed a pagarne le conseguenze sarebbero soprattutto i greci.
Il
paese ellenico ha bisogno di ulteriori prestiti per 60 miliardi di euro ma l’Europa difficilmente sarà
disposta a concederli. L’economia greca senza il sostegno della Bce e
dell’Europa andrebbe rapidamente in asfissia. Sarebbe un disastro e le conseguenze
sociali sarebbero gravissime. A quel punto l’uscita dall’euro sarebbe inevitabile.
La nuova moneta andrebbe incontro ad una rapida svalutazione ed il Pil
subirebbe un altro pesante calo dopo quello del 25% subito negli ultimi cinque
anni.
Uno scenario
catastrofico, allora cosa fare per evitarlo? La matassa da sbrogliare è sempre
la stessa. Tsipras chiede all’Europa
solidarietà mentre la Merkel, Juncker e i negoziatori di Bruxelles chiedono
rispetto per gli impegni presi con l’UE. Del resto Alexïs Tsipras non può
chiedere ed ottenere quello che è stato negato agli altri Paesi che si trovano nelle stesse condizioni economiche
e finanziarie della Grecia.
Il
tempo rimasto per trovare una soluzione è limitato tuttavia un’intesa è ancora possibile, ma occorrerà tanto buon senso,
soprattutto da parte dei governanti greci, sempreché vogliano evitare altre
sofferenze al loro popolo.
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