giovedì 5 gennaio 2023

Cristiano Ronaldo guadagnerà 547.945,205 euro al giorno

Nel mondo del calcio non ci sono limiti alla decenza, il contratto faraonico firmato da Cristiano Ronaldo è uno schiaffo morale a quanti vivono in povertà o che devono sudarsi un salario appena sufficiente per una esistenza dignitosa

di Giovanni Pulvino

Cristiano Ronaldo - (foto da wikipedia.org)

Cristiano Ronaldo ha firmato un contratto faraonico con il club saudita l’Al Nassr. Dopo la delusione dei mondiali di calcio del Qatar, dove spesso è rimasto in panchina, il fuoriclasse portoghese si è consolato con l’ingaggio di una squadra che è piena di soldi ma povera di campioni.

200 milioni di euro a stagione fino al 2025. Il calciatore ex Juventus percepirà 16.666.666,70 di euro al mese, 547.945,20 euro al giorno, 45.662,10 euro ogni ora, 761,04 al minuto e 12,68 euro al secondo. Tutto per giocare a pallone. 

Non solo. Altri 500 milioni li guadagnerà per fare da testimonial dell’Arabia Saudita per l'assegnazione dei Mondiali 2030 con Egitto e Grecia. 100 milioni di euro all’anno solo per fare rappresentanza.

Tutto questo senza considerare le sponsorizzazioni ed eventuali consulenze.

Dopo aver letto questa notizia chissà cosa avranno pensato le madri che non sanno come sfamare i loro figli o i padri che devono lavorare tutto il giorno per guadagnare, si fa per dire, pochi euro. E chissà come avranno reagito i braccianti che si spaccano la schiena a raccogliere i pomodori nei campi della Puglia o gli operai che rischiano la salute nelle acciaierie dell’ex Ilva di Taranto. O come avranno imprecato le centinaia di lavoratori di Almaviva che devono continuamente elemosinare la stabilità del loro lavoro e che vivono con l’ansia della cassa integrazione o della disoccupazione. O come avranno inveito contro il sistema i tanti giovani laureati costretti a fare lavori precari e non corrispondenti agli studi fatti e che probabilmente saranno costretti ad emigrare …

È un mondo ingiusto. Dovrebbe farci indignare, invece in tanti ritengono che queste diseguaglianze siano inevitabili. E che la povertà e la precarietà siano colpe individuali e non conseguenze del sistema economico. E che, pertanto, sia giusto che chi sa dare due calci ad un pallone debba vivere come un nababbo e chi invece è nato nel posto sbagliato o non ha capacità 'adeguate' debba vivere in miseria.

Le differenze sociali ci sono sempre state, è vero, ma quel che indigna è la rassegnazione e l’indifferenza dei tanti che potrebbero lottare per ridurle o eliminarle eppure non lo fanno.

Fino a quando accetteranno con indifferenza le regole di un sistema economico iniquo ed ingiusto? Cos’altro dovrà succedere per ribellarsi?

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