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sabato 3 maggio 2025

Gaza, li vogliono affamare tutti

Da due mesi Israele blocca completamente l’entrata di cibo e medicine a Gaza. Le scorte sono quasi esaurite e le cucine delle organizzazioni internazionali potrebbero chiudere entro due settimane

di Giovanni Pulvino


Immagine aerea/drone del governatorato di Gaza
settentrionale. Credit: Alef Multimedia Company/Oxfam
La Striscia di Gaza è popolata da oltre 2 milioni di persone, la maggior parte sono rifugiati e discendenti dai palestinesi sfollati nel 1948. Il 50% sono bambini. Dal 2007 subisce il blocco terrestre e marittimo imposto da Israele. La situazione è peggiorata dopo il 7 ottobre 2023. Da quel giorno Gaza ha subito bombardamenti continui da parte dell’esercito israeliano. Gli attacchi hanno causato la distruzione di intere città ed oltre 50.000 morti. Interi quartieri sono stati rasi al suolo. ‘La popolazione è costretta a cucinare bruciando i rifiuti’. Secondo Oxfam ‘700.000 persone vivono senza accesso diretto all’acqua, con infrastrutture idriche e sanitarie distrutte e un altissimo rischio di epidemie’.

La ‘devastazione è sistematica’. La chiusura dei valichi sta bloccando l’ingresso di ‘forniture mediche, cibo e carburante’. Negli ospedali mancano ventilatori, incubatrici e farmaci salvavita.

Secondo la Croce Rossa le ‘operazioni umanitarie sono sull’orlo del collasso’.

Non solo, Israele ha attaccato in acque internazionali (vicino Malta) la nave umanitaria Freedom Flotilla. È un atto senza precedenti. Netanyahu non si ferma davanti a nulla, sta usando la fame come arma contro Gaza, dove da 60 giorni non entra cibo. Questa non è una guerra, di fronte all’esercito israeliano non c’è un altro esercito, ma un popolo perseguitato da oltre settant’anni. È la prosecuzione della Nakba (che in arabo vuol dire ‘catastrofe’), che ha costretto nel 1948 all’esodo forzato circa 700.000 palestinesi. Un’intera comunità fu costretta a fuggire dalle proprie case e la maggior parte non ha potuto farvi ritorno. 

Quello di oggi cos’è? È un genocidio, è pulizia etnica, è l’ennesima occupazione di territori palestinesi? L’attacco terroristico di Hamas del 7ottobre 2023 può giustificare tutto questo?

I nostri governanti, italiani ed europei, continueranno a tacere o condanneranno questo crimine?

Free Palestine, Palestina libera’ hanno gridato più che cantato I Patagarri dal palco del Concertone del Primo Maggio, ma per la comunità ebraica italiana è stato un atto ‘ignobile’. 

Dove vogliono arrivare? I palestinesi come gli israeliani hanno diritto ad una vita dignitosa, ma quello che sta avvenendo non è degno dell’uomo, soprattutto se è compiuto da chi ha subito la tragedia della Shoah.

Fonte oxfamitalia.org

sabato 22 febbraio 2025

Gli Usa sono ancora una democrazia?

La storia si sta ripetendo e non è una farsa

di Giovanni Pulvino

Zuckerberg, Musk, Trump e Bezos - (foto da instagram)

‘Nel 2024, il 10% più ricco della popolazione possedeva oltre 8 volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie’. Quattordici anni fa il rapporto era a 6,3.

Tra i paesi dell’Unione Europea l’Italia ‘è tra i più diseguali nella distribuzione dei redditi’. Siamo anche il Paese dove le retribuzioni dei dipendenti sono diminuite negli ultimi trent’anni.

Nel mondo la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari. Quella che deriva da eredità ‘ha superato quella attribuibile ad attività imprenditoriali’.

Non solo. Nel 2023 la ricchezza è ‘defluita dal Sud globale al Nord'. A beneficiarne è stato ‘l’1% più ricco’.

Nello stesso tempo ‘una donna su dieci vive in povertà estrema’.

Questi dati pubblicati da Oxfam Italia non sorprendono più. Siamo già oltre. I super ricchi non si accontentano del potere economico. Pretendono anche quello politico. Ciò che sta avvenendo negli Usa è emblematico. Quella degli Stati uniti è ancora una democrazia? Se si, per quanto tempo lo sarà ancora? Già oggi si parla di oligarchia.

Nell'antica Grecia questa definizione era spesso associata al governo dei ricchi, come descritto da Platone nella ‘Repubblica’ e da Aristotele nella ‘Politica’.

Quest’ultimo considerava l'oligarchia una forma corrotta di governo, in cui i pochi che detengono il potere lo esercitano a proprio vantaggio ed a scapito della comunità.

Nel corso della storia sistemi oligarchici sono stati adottati oltreché nell’antica Grecia, anche nell’Africa coloniale e nell’Italia rinascimentale. Ora stanno tornando.

Tra saluti romani, marce al Campidoglio, guerre commerciali e idiosincrasia per le regole, stiamo regredendo. Un numero ristretto di persone sta acquisendo un potere quasi assoluto, il tutto nell’indifferenza dei più.

La storia si sta ripetendo e non è una farsa.  

Fonti: oxfamitalia.it e it.wikipedia.org

sabato 15 febbraio 2025

#Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata

'Porre fine alle diseguaglianze e alla povertà è possibile. È l’ora di agire', Oxfam Italia

di Giovanni Pulvino


Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari. Tre volte più velocemente del 2023. Intanto, il numero di persone che vivono con meno di 6,85 dollari al giorno è lo stesso del 1990. Ci inducono a credere che la ricchezza dei miliardari sia il frutto di duro lavoro, in realtà gran parte è estratta, non creata deriva da eredità, monopoli e clientelismo. Nel 2023, per la prima volta, la quota di ricchezza dei nuovi miliardari che deriva da eredità ha superato quella attribuibile ad attività imprenditoriali. Il nostro è un sistema economico estrattivo che favorisce l’accumulazione di ricchezza per pochi a discapito della collettività. Nel 2023 quasi 1.000 miliardi di dollari sono defluiti dal Sud globale, beneficiando l’1% più ricco, nel Nord per 30 milioni di dollari l’ora. Allo stesso tempo una donna su dieci nel mondo vive in povertà estrema. L’estrema ricchezza è un male per l’umanità. Bisogna ricreare le condizioni per società più eque. Per noi e per le generazioni future. Porre fine alle diseguaglianze e alla povertà è possibile. È l’ora di agire. #RightTheWrongsOfHistory

Fonte Oxfam Italia

mercoledì 24 luglio 2024

‘Gaza sull’orlo della carestia’

Israele sta usando ‘la fame come arma di guerra’, a sostenerlo è Oxfam Italia

di Giovanni Pulvino

Gaza - Foto di oxfamitalia.org

Gaza è sull’orlo della carestia, a sostenerlo è Oxfam Italia. Dopo nove mesi di guerra, più di 39 mila morti e 87 mila feriti ci sono nella striscia di Gaza milioni di innocenti senza cibo, acqua e aiuti, costretti a spostarsi in massa verso luoghi non sicuri e privi di qualsiasi servizio. Il 96% soffre di malnutrizione acuta, e senza un cessate il fuoco che garantisca la consegna di aiuti umanitari ancora migliaia di vite andranno perse’.

Secondo l’Ong ‘quasi mezzo milione di persone deve affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare acuta, più della metà della popolazione non ha a disposizione cibo in modo regolare’ ed ‘oltre il 20% della popolazione trascorre giorni e notti intere senza mangiare’.

Israele sta usando ‘la fame come arma di guerra’.

Quanti palestinesi e quante donne e bambini devono ancora morire per ‘ripagare’ l’atto terroristico compiuto il sette ottobre da Hamas?

Gaza è stata rasa al suolo dall’esercito di Netanyahu. Migliaia di famiglie sono costrette a scegliere se trasferirsi in un luogo sovraffollato e pericoloso o rimanere in una zona di combattimento.

Un popolo privato della libertà da oltre settant’anni, ora è costretto a fuggire ma non sa bene dove andare. Ogni giorno un bambino rimane orfano o resta mutilato o muore di fame.

Fino a quando dovremo assistere a questo massacro?

Persino la comunità ebraica di Washington ha occupato pacificamente Capitol Hill (sede del Governo degli Stati Uniti) per chiedere il cessate il fuoco immediato e gridando non in mio nome.

Ma i potenti quando diranno basta?

Fonte oxfamitalia.org

venerdì 12 aprile 2024

Ricchi a loro insaputa

Secondo i dati della rivista Forbes negli ultimi 15 anni tutti i miliardari sotto i trent’anni hanno ereditato la loro ricchezza

di Giovanni Pulvino

Foto da perlapace.it

I ricchi sono sempre più ricchi ed i loro patrimoni rimangono per diverse generazioni all’interno del contesto familiare. Tra i principi fondanti del liberismo c’è la meritocrazia, ma qui non c’è nulla di meritorio se non quello di aver ereditato una ricchezza che non hanno contribuito a creare. Sono nati ricchi, sono ricchi a loro insaputa. Secondo la rivista statunitense nei prossimi vent’anni saranno trasferiti 84.000 miliardi di dollari dai cosiddetti 'baby boomer' a figli e nipoti. Nell’ultimo trimestre del 2023 l’1% della popolazione degli Stati Uniti d’America possedeva 44.600 miliardi di dollari.

Una ricchezza ‘in crescita’ e che si eredita. I fratelli irlandesi Mistry di 25 e 27 anni possiedono circa 4,9 miliardi di dollari ciascuno. Clemente del Vecchio, 19 anni, è stato il più giovane miliardario nel 2023. Questo primato è passato alla diciannovenne brasiliana Livia Voigt che possiede 1,1 miliardi di dollari.

Nello stesso periodo il 60% più povero del mondo ha perso denaro, sottolinea Oxfam Italia nel suo rapporto annuale.

Addio ascensore sociale. La povertà si eredita come la ricchezza.

Il 30% delle persone tra i 25 ed i 49 anni che vivono in condizioni di bisogno lo erano già all’età di 14 anni. I salari medi di circa 880 milioni di lavoratori sono diminuiti. Anche chi lavora è povero.

Cresce la ricchezza, ma solo per pochi. E crescono le diseguaglianze, ma sembra non interessare a nessuno, tranne ai poveri ovviamente.

Fonte forbes.it

venerdì 20 gennaio 2023

‘La disuguaglianza non conosce crisi’

Lu saziu nun criri a lu diunu’ dice un proverbio siciliano. Chi vive nel benessere non può capire chi vive in povertà

di Giovanni Pulvino

Foto da oxfamitalia.org
‘Dal 2020 l’1% più ricco si è accaparrato quasi il doppio dell’incremento della ricchezza netta globale rispetto al restante 99% della popolazione mondiale’. A sostenerlo è il nuovo rapporto ‘La disuguaglianza non conosce crisi’ pubblicato da Oxfam in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos. Durante la pandemia l’1% più ricco ha visto crescere il proprio patrimonio di 26.000 miliardi di dollari, cioè il 63% dell’incremento globale. Il 37% è invece andato al 99% più povero della popolazione.

È un record storico.

Le ricchezze di un miliardario ‘sono aumentate di 2,7 miliardi di dollari al giorno nell’ultimo triennio’. Tutto questo nonostante la crisi dei mercati finanziari.

Nel 2022 le ‘95 aziende, big dell’energia e le multinazionali del cibo, hanno raddoppiato i loro profitti’. Nello stesso tempo circa 1,7 miliardi di lavoratori vivono in Paesi dove l’inflazione è maggiore dell’incremento dei salari.

‘820 milioni di persone , cioè 1 su 10 , soffrono la fame’.

Per la prima volta in 25 anni aumentano contemporaneamente estrema ricchezza ed estrema povertà. Crisi dopo crisi i molteplici divari si sono acuiti, rafforzando le iniquità generazionali, ampliando le disparità di genere e gli squilibri territoriali’, ha dichiarato Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International. Ed ancora: ‘Un sistema fiscale più equo, a partire da un maggiore prelievo sugli individui più facoltosi, è uno degli strumenti di contrasto alle disuguaglianze. Un’imposta del 5% sui grandi patrimoni potrebbe generare per i Paesi riscossori risorse da riallocare per obiettivi di lotta alla povertà a livello globale affrancando dalla povertà fino a 2 miliardi di persone’.

Secondo la Banca Mondiale ‘stiamo assistendo al più grande aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra. Interi Paesi rischiano la bancarotta e quelli più poveri spendono oggi quattro volte di più per rimborsare i debiti rispetto a quanto destinano per la spesa pubblica in sanità.

Lu saziu nun criri a lu diunu’ dice un proverbio siciliano. Chi vive nel benessere non può capire chi vive in povertà

Non possiamo fare finta di niente, ogni giorno dobbiamo decidere se essere solidali o indifferenti.

E come diceva Don Lorenzo Milani: Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali’.

Fonte oxfamitalia.org

sabato 19 febbraio 2022

‘DISUGUITALIA’

La disuguaglianza è risultato di precise scelte politiche’ ha dichiarato Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International

di Giovanni Pulvino

Foto da oxfamitalia.org

La pandemia dovuta al Covid-19 ha peggiorato le condizioni economiche delle famiglie italiane e ‘rischia di ampliare a breve e medio termine i divari economici e sociali preesistenti’. A sostenerlo è Oxfam nel nuovo rapporto ‘La pandemia delle disuguaglianze’ pubblicato pochi giorni fa.

‘Il 5% più ricco degli italiani - si legge nel report - deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero’.

Tra marzo 2020 e novembre 2021 ‘il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità e il valore aggregato dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro alla fine dello scorso novembre.’ Ed ancora. ‘I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte)’.

Sergio Mattarella in occasione del suo secondo giuramento come presidente della Repubblica ha dichiarato: ‘Il persistere di diseguaglianze che abbracciano la sfera politica, economica e sociale contraddice il principio di equità e genera intollerabili discriminazioni. La crisi pandemica, inoltre, ha ulteriormente ampliato i divari esistenti, esacerbando la condizione di coloro che si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità’.

Come dargli torto.

Fonte oxfamitalia.org

mercoledì 19 gennaio 2022

‘La pandemia della disuguaglianza’

La disuguaglianza non è una fatalità, ma il risultato di precise scelte politiche’ ha dichiarato Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International

di Giovanni Pulvino

Agenda 2030, obiettivo 10: ridurre le disuguaglianze
(foto da wikipedia.it)

‘La pandemia della disuguaglianza’ è il titolo del nuovo rapporto pubblicato da Oxfam in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum che si tiene a Davos in forma virtuale.

Secondo l’organizzazione non profit dall'inizio 2020 alla fine del 2021 i 10 uomini più ricchi al mondo hanno raddoppiato i loro patrimoni. La loro ricchezza è aumentata di ‘15.000 dollari al secondo, di 1,3 miliardi al giorno’. E' passata da 700 a 1.500 miliardi. Essi ‘detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione, cioè 3,1 miliardi di persone’

Il solo Jeff Bezos (Amazon) ha guadagnato 81,5 miliardi di dollari, somma sufficiente per vaccinare tre volte l’intera popolazione mondiale con due dosi e booster.

Nello stesso tempo ‘163 milioni di persone sono cadute in povertà a causa della pandemia’.

Secondo Oxfam ‘ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza’.

Mentre le grandi aziende farmaceutiche (Pfizer, BioNTech e Moderna) hanno realizzato utili per 1.000 dollari al secondo meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi più poveri e solo il 4,81% della loro popolazione è stata vaccinata.

‘Le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia, ma gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario’ ha detto Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International.

Fonte oxfamitalia.org

lunedì 7 ottobre 2019

Generazione ‘Working poor’

In Italia l’ascensore sociale è bloccato ed oltre mezzo milione di giovani negli ultimi quattro anni è emigrato all’estero, a sostenerlo è Oxfam Italia

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)


Foto da oxfamitalia.org
Lo  studio, il talento e le capacità individuali ‘sono sempre meno determinanti rispetto alle condizioni socio-economiche delle famiglie d’origine’. Un terzo dei figli dei genitori più poveri è destinato a non cambiare ‘status’ sociale, mentre il 58% di quelli che appartengono al 40% più ricco della popolazione manterrà la sua posizione sociale. Il 66% dei figli che hanno genitori con una istruzione bassa ha molte probabilità di rimanere nel medesimo livello reddituale.
Il sistema di istruzione, oggi, non garantisce l’emancipazione sociale. ‘Il figlio di un dirigente ha un reddito annuo superiore del 17% rispetto a quello percepito dal figlio di un impiegato che ha lo stesso livello di istruzione’. Nel 2017 solo il 3,75% del Pil è stato destinato all’istruzione, nell’ultimo Dpef è previsto appena il 3,5%. Il nostro sistema scolastico è sotto finanziato. Non meraviglia quindi la carenza dell’offerta formativa e l’incremento degli abbandoni precoci, in particolare nel Mezzogiorno.
Il 25% dei giovani compresi in una fascia di età tra 15 ed i 29 anni è un Neet (Not in education, employment or training), cioè non studia e non lavora. Nel 2018 circa il 13% degli occupati in quella fascia di età era ‘working poor’, viveva cioè in una famiglia con un reddito inferiore del 60% rispetto alla media nazionale. Questa situazione è determinata dagli inadeguati livelli retributivi rispetto agli occupati più anziani. Le cause principali sono i contratti a tempo determinato ed il part-time involontario.
Tra i paesi del G7 l’Italia è quello con il maggior numero di laureati impiegati in mansioni inferiori al loro livello di studio. 1,8 milioni di persone in possesso della laurea svolgono un'attività lavorative che non richiede tale livello di studio. Negli ultimi quattro anni oltre mezzo milione di italiani ha deciso di trasferirsi all’estero, tra loro soprattutto giovani laureati residenti nel Meridione.
Un Paese immobile, dove l’unica cosa che aumenta è la disuguaglianza sociale e territoriale. Stiamo bruciando il futuro delle nuove generazioni, è ora di porvi rimedio.

lunedì 3 giugno 2019

I paradisi fiscali sono anche nell'Unione europea

Oggi il principale problema dell’Unione europea è la mancata armonizzazione dei sistemi fiscali nazionali, anzi alcuni Paesi membri sono veri e propri paradisi fiscali

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da permessidisoggiorno.it
Nella campagna elettorale per l'elezione del Parlamento europeo si è parlato molto della possibile deriva sovranista, ma poco o nulla dei programmi delle singole formazioni politiche. Si è ripetuto più volte della necessità di cambiare l'Unione europea, ma poco su come questo cambiamento dovrebbe avvenire. Le opzioni politiche sono sostanzialmente due: limitare i poteri dell’Unione europea o trasformala in un ente federale. Sulla prima ipotesi non c'è molto da dire, si tratterebbe, infatti, di tornare ai nazionalismi e, purtroppo, sappiamo quanti danni essi hanno fatto nel corso del Novecento. Un ritorno al passato oltreché deleterio è, quindi, assai improbabile.
I fautori della seconda opzione auspicano, invece, un’accelerazione del processo di integrazione tra gli Stati membri. Essi vogliono aumentare i poteri dell'Unione europea, ma questo può avvenire solo riducendo le materie di competenza delle singole sovranità nazionali. In particolare, tra gli Stati che hanno adottato la stessa moneta: l’Euro. La sua introduzione, avvenuta nel febbraio del 2002, è stata utile per la stabilità monetaria, ma non ha favorito la crescita e lo sviluppo economico di tutti gli Stati aderenti. A trarre maggiori vantaggi sono stati i Paesi più virtuosi nella gestione della cosa pubblica, mentre quelli del sud Europa, meno attenti al rigore nei loro bilanci pubblici, stanno avendo problemi economici e sociali.
Le responsabilità ovviamente non sono solo dei singoli governi, ma anche delle regole e dei paletti introdotti per aderire all’Euro. Alcune storture sono evidenti. Oltre alla diversa gestione delle risorse pubbliche ed al mancato rispetto dei parametri di Maastricht ci sono ragioni politiche. La più importante è non aver previsto e realizzato l'armonizzazione dei sistemi fiscali. E’ evidente infatti che sistemi tributari diversi creano squilibri economici ed ingiustizie sociali. 
L’Ong Oxfam ha denunciato ‘i paradisi fiscali’ che hanno sede nel Vecchio Continente. Non solo Svizzera, Repubblica di San Marino e Principato di Monaco, ma anche Stati membri dell’Ue, come Malta, Cipro, Olanda, Irlanda e Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali. L’Onlus denuncia che l‘80% dei proventi sottratti alla tassazione per effetto di pratiche di profit shifting (l'insieme di strategie di natura fiscale che talune imprese attuano per erodere la base imponibile e dunque sottrarre imposte al fisco) finiscono nei paradisi fiscali dell’UE. Nel 2015 con questa pratica, calcola l'Oxfam, circa 210 miliardi di dollari sono finiti in Lussemburgo, Irlanda ed Olanda.
In tanti Paesi dell’UE sono in vigore sistemi tributari di favore che penalizzano gli altri Stati. Da qui le delocalizzazioni produttive, delle sedi legali e fiscali delle imprese con relativa perdita di gettito tributario, di posti di lavoro e di Know-how per i Paesi con tassazioni più alte. Quindi, se l’Ue vuole continuare nel processo di integrazione, non può non armonizzare i sistemi fiscali in modo da garantire a tutti i Paesi membri le spesse entrate fiscali e le stesse opportunità di sviluppo. 
I due vicepremier del governo ‘Pentaleghista’ anziché fare battute o demonizzare le istituzioni europea dovrebbero impegnarsi per la realizzazione di questa riforma, questa sì che sarebbe un atto rivoluzionario, ma i dubbi sul loro impegno sono più che legittimi.

Fonte oxfam.it

mercoledì 23 gennaio 2019

Oxfam: ‘L’insostenibile pesantezza della disuguaglianza’

I ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri, a sostenerlo è Oxfam Italia

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Video da oxfamitalia.org

I leader politici e del mondo economico si stanno incontrando a Davos in Svizzera per il meeting annuale del Forum economico mondiale. In occasione di questo evento internazionale l’Oxfam pubblica il rapporto ‘Bene pubblico o ricchezza privata?’. Nel documento si denuncia il persistere del divario economico tra ricchi e poveri e di come esso ‘comprometta’ la lotta alla povertà, ‘danneggi’ le economie dei singoli paesi ed ‘alimenti’ la rabbia sociale in tutto il mondo.
‘Lo scorso anno – si legge nel rapporto – le fortune dei super-ricchi sono aumentate del 12%, al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8 miliardi di persone, la metà più povera dell’umanità, hanno visto diminuire quel che avevano dell’11%’. Stessa situazione nel nostro Paese. 'A metà 2018 il 20% più ricco dei nostri connazionali possedeva circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale. Ed il 5% più ricco degli italiani possedeva da solo la stessa quota di ricchezza del 90% più povero’.
Nel mondo ci sono alcuni paesi, come Regno Unito o Brasile, dove il 10% più ricco paga meno tasse del 10% più povero. Questo avviene perché i redditi finanziari vengono depositati nei paesi cosiddetti offshore e le multinazionali fanno largo uso dell’elusione fiscale. Vengono così a mancare miliardi di dollari che potrebbero essere investiti in politiche sociali. Una dinamica che ha portato all’incremento della ‘povertà estrema’.
‘3,4 miliardi di persone vivono con 5,50 dollari al giorno. Nel mondo circa 10 mila persone muoiono ogni 24 ore per mancanza di accesso ai servizi sanitari, mentre 262 milioni di bambini non hanno accesso all’istruzione’. Le donne guadagnano il 23% in meno rispetto agli uomini, che posseggono circa il 50% della ricchezza e controllano l’86% delle aziende.
Il rapporto suggerisce tre piani per ridurre le disuguaglianze. Innanzitutto, adottare misure di protezione sociale per tutti erogando servizi sanitari ed educativi universali e gratuiti. In secondo luogo, riconoscere il ‘lavoro di cura svolto dalle donne, mettendo a disposizione servizi che consentano di ridurre le ore di lavoro non retribuito a loro carico'. Infine, ‘porre fine a sistemi fiscali che avvantaggiano i più ricchi. Contrastare l’elusione e l’evasione fiscale’.


lunedì 22 gennaio 2018

‘La disuguaglianza … risolta dai bambini’

‘Lan, vietnamita, ogni giorno cuce centinaia di scarpe, ma non può comprarle a suo figlio, che vede una volta all’anno’

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Crescono le ingiustizie e le disuguaglianze, a sostenerlo è il rapporto ‘Ricompensare il lavoro, non la ricchezza’ pubblicato da Oxfam Italia. Nel 2017 ‘l’82% dell’incremento di ricchezza globale è finita nelle casseforti dell’1% della popolazione più ricca, mentre la metà più povera, ossia 3,7 miliardi di persone, non ha avuto nulla. Ogni due giorni nasce un nuovo miliardario, ma a farne le spese sono i più poveri’.


Il 20% più ricco della popolazione italiana deteneva a metà del 2017 il 66% della ricchezza nazionale. Nel periodo che va dal 2006 al 2016 il reddito disponibile lordo degli italiani più poveri è diminuito del 23,1%. L’incremento di ricchezza di azionisti e manager corrisponde ad un peggioramento dei salari e delle condizioni dei lavoratori.
I motivi delle crescenti disuguaglianze sono, secondo Oxfam, ‘la riduzione del costo del lavoro e dei diritti dei lavoratori, l’esternalizzazione lungo le filiere globali, la massimizzazione ad ogni costo degli utili d’impresa’. A pagare il nostro benessere sono i più poveri. Una di queste è Lan, vietnamita, ogni giorno cuce centinaia di scarpe, ma non può comprarle a suo figlio, che vede una volta all’anno’.
Le proposte indicate nel rapporto per ridurre le differenze sono una ‘maggiore equità sociale, mettere un tetto agli stipendi dei top manager, proteggere i diritti dei lavoratori, aumentare la spesa pubblica ed adottare una maggiore progressività fiscale’.

Fonte: oxfamitalia.org



lunedì 16 gennaio 2017

Oxfam: ‘I ricchi sono sempre più ricchi’

Il rapporto sulle disuguaglianze pubblicato da Oxfam mostra come ‘la metà più povera del pianeta è ancora più povera di quanto calcolato in passato’

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da oxfamitalia.org
In Italia l’1% della popolazione possiede il 26% della ricchezza nazionale, che è oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero. I primi 7 miliardari italiani possiedono più ricchezza del 30% più povero. Tra il 1998 ed il 2011, il 10% più ricco ha accumulato un incremento superiore a quello della metà più povera degli italiani. L’1% della popolazione mondiale possiede dal 2015 più ricchezza del restante 99%. Otto persone possiedono la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) dei 3,6 miliardi di persone più povere del mondo, mentre 1 persona su 10 vive con meno di 2 dollari al giorno. Secondo Oxfam ‘1/3 della ricchezza dei miliardari è dovuta a eredità, mentre il 43% a relazioni clientelari.’ Ed ancora: ‘Ovunque nel mondo i governi continuano a tagliare le tasse su corporation e individui abbienti’.
Foto da forexinfo.it
Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, ha dichiarato: “I servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione subiscono tagli, ma a multinazionali e super ricchi è permesso di eludere impunemente il fisco. La voce del 99% rimane inascoltata perché i governi mostrano di non essere in grado di combattere l’estrema disuguaglianza, continuando a fare gli interessi dell’1% più ricco: le grandi corporation e le élites più prospere”. Agire contro le disuguaglianze è difficile, ma non impossibile. Secondo Oxfam sono necessarie politiche occupazionali che garantiscono un salario dignitoso, un sistema di tassazione più progressivo, servizi pubblici di qualità, uno sviluppo che rispetti l’ambiente, un reale ascolto dei bisogni dei cittadini e non solo degli interessi di alcune élites privilegiate. Se si continuerà con queste politiche economiche nei prossimi 25 anni potremmo avere, conclude il rapporto, ‘il primo ‘trillionaire’, vale a dire un individuo che possiederà più di 1000 miliardi di dollari, una cifra che si consuma solo spendendo un milioni di dollari al giorno per 2.738 anni’.