Più si è ricchi, più si inquina e quindi più si deve pagare di tasse per combattere i cambiamenti climatici
Neymar (foto da it.eseuro.com) |
Auto
di grossa cilindrata, frequenti viaggi in aereo, abitazioni grandi, elevato consumo
di beni e servizi, risparmi investiti in attività che emettono CO2 sarebbero le
principali motivazioni.
Per il trasferimento in Arabia Saudita del calciatore Neymar la società l’Al-Hilal Saudi Football Club ha inviato un Boeing 747 ed ha sostenuto un costo di 23.000 euro l’ora. Il viaggio è durato sei ore. Un jet privato avrebbe emesso 12.000 Kg di CO2, ma con un Boeing l’inquinamento è stato 20 volte tanto.
Non
solo, c’è anche un importante conseguenza di carattere sociale da considerare. A
pagare gli effetti dei cambiamenti climatici sono soprattutto i ceti meno
abbienti. Più le persone sono povere, maggiore è l’impatto dei costi energetici
sul loro reddito.
Ridurre le diseguaglianze prendendosi cura dell’ambiente non è una banalità.
È necessario un cambio di paradigma. Da un’economia lineare è necessario passare ad un’economia circolare ed ecocompatibile. Aiuto umanitario e sviluppo sostenibile devono essere i principi base delle nuove politiche economiche.
Con i disastri dovuti al riscaldamento climatico mettere una parte della ricchezza posseduta a disposizione di azioni al servizio del clima non è una proposta da rigettare. L’idea sarebbe quella di introdurre una tassa progressiva sulla CO2. La motivazione è semplice: più si è ricchi, più si inquina e quindi più si deve pagare di tasse. L’imposizione deve colpire i benestanti, ma anche chi inquina.
Questa
proposta è stata discussa all’ultimo forum economico mondiale di Davos. Un gruppo
di 200 milionari ha chiesto di essere tassato di più ‘per il bene comune’.
E se lo dicono loro ...
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