Gli
ultimi dati statistici pubblicati dall’Istat e dall’Inps confermano il flop della
riforma del lavoro voluta da Matteo Renzi ed il concomitante incremento delle
disuguaglianze economiche e sociali
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Matteo Renzi - (foto da forexinfo,it) |
Negli ultimi dodici
mesi è cresciuta l’occupazione, il saldo tra cessazioni ed assunzioni registrato
nel settore privato è stato, secondo i dati pubblicati dell’Osservatorio sul
precariato dell’Inps, di 322mila, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente (266mila). I contratti a tempo
indeterminato sono stati 22mila, quelli di apprendistato 40mila e quelli a
tempo determinato 315mila. Dopo il boom di
assunzioni avvenute nel 2015, i contratti stipulati
secondo quanto previsto dal Job Act sono progressivamente diminuiti. La
riduzione e poi la cancellazione della decontribuzione hanno indotto le imprese
a licenziare i lavoratori assunti con quel tipo di contratto. In sostanze le aziende fino a quando hanno usufruito
degli incentivi contributivi hanno assunto a tempo indeterminato, ma nel
momento in cui questi sono venuti meno hanno iniziato ad assumere tornando ad
utilizzare i contratti precari cioè a tempo determinato.
Mappa assunzioni (inps.it) |
Logo Rapporto 2017 (istat.it) |
La
disuguaglianza sociale ha ridotto le opportunità. Il cosiddetto ‘ascensore sociale’ è bloccato, la società è
cristallizzata. Scompaiono le professioni intermedie ed aumenta
l’occupazione nei lavori a bassa qualificazione, si riducono operai e
artigiani.
La
cancellazione dell’articolo 18 voluta dal governo di Matteo Renzi non ha
prodotto un aumento significativo di contratti di lavoro a tempo indeterminato. L’incremento degli investimenti
ipotizzato cancellando i diritti dei lavoratori non si è verificato e le
politiche economiche adottate non hanno ridotto le disuguaglianze. Un cambio di linea è urgente. Questo può
avvenire solo se c’è unita d’intenti tra le forze progressiste, ma la nuova
segreteria del Partito democratico non sembra intenzionata a seguire questo
percorso o come direbbe lo stesso Renzi a #cambiareverso.
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