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sabato 23 agosto 2025

‘Il grande regno di Israele 1000 anni prima di Cristo non è mai esistito’

'Non c’era Gerusalemme, non c’era il tempio di Salomone. Non c’era niente, solo dei nomadi che vagavano nella steppa, Alessandro Barbero

di Giovanni Pulvino

Video da YouTube

Io vorrei finire rapidamente ricordandovi come è facile che il passato ci sorprenda e che quindi noi siamo costretti a scoprire che la nostra visione del passato in realtà era tutta sbagliata. Succede continuamente e può succedere per mille motivi. Per tanto tempo gli storici per esempio facendo la storia degli ebrei hanno raccontato del grande regno di Israele che mille anni prima di Cristo esisteva in Palestina. Un grande potente regno con una grande città come capitale Gerusalemme, grandiosi edifici, il tempio di Salomone. I suoi gloriosi Re, Davide, Salamone. Gli storici raccontavano questo perché le uniche fonti che avevamo erano i racconti dell’antico testamento. Poi gli archeologi israeliani hanno cominciato a scavare alla ricerca di questo grande regno e della sua grande capitale. Hanno cominciato a scavare, hanno continuato a scavare. Dopo un po' hanno cominciato a dirsi: ma sai che qui non viene mica fuori niente. Veramente siamo arrivati allo strato di 1000 anni fa, non c’era niente. Qualche focolare di nomadi. Dopo un po' gli storici e gli archeologi israeliani hanno cominciato a dirlo che loro stan trovando questo. Ovviamente i politici israeliani non sono stati contenti e neanche l’opinione pubblica. Ma e va detto a imperituro onore degli archeologi israeliani, gli archeologi israeliani sono andati avanti e hanno dimostrato che il grande regno di Israele1000 anni prima di Cristo non è mai esistito. Non c’era Gerusalemme, non c’era il tempio di Salomone. Non c’era niente, solo dei nomadi che vagavano nella steppa. Alessandro Barbero

lunedì 4 agosto 2025

‘E con l'aiuto di Dio, bruceremo tutti questi arabi’

C’è uno stretto legame tra religioni, sovranismi o fascismi e guerre. Un tragico connubio che riemerge con continuità nella storia dell’uomo. Un giorno riusciremo ad impedirlo?

di Giovanni Pulvino

Foto da x.com
Una turista israeliana lancia una moneta nella fontana dei desideri di Roma e dice: ‘E con l'aiuto di Dio, bruceremo tutti questi arabi’.

Ed ancora: ‘Ogni bambino a Gaza dovrebbe morire di fame, lì non ci sono innocenti. La Torà ci dice che non dobbiamo lasciare alcuna traccia di loro, solo uno sciocco può avere pietà ed empatia per bambini che saranno futuri terroristi, spero che muoiano di fame’. Queste sono le parole pronunciate in un discorso pubblico da Ronen Shaulov, rabbino sionista molto popolare.

La destra religiosa radicale è alla guida di Israele ed una parte consistente di cittadini afferma senza esitazioni di voler sterminare gli arabi, tutto ovviamente nel nome di Dio. 

Donald Trump prega nello studio ovale in diretta televisiva e spesso sostiene di essere stato salvato da Dio. 

Putin e Orban si rifanno al ‘Divino’. 

Per non parlare dell’Iran e di Hamas, che dicono di agire in nome di Allah. 

Sono donna, madre, cristiana’ ha gridato spesso nei comizi Giorgia Meloni. Matteo Salvini gira baciando il crocifisso.

Quello che sta avvenendo in tanti paesi occidentali e non solo è un ritorno all’integralismo religioso o, quantomeno, al suo utilizzo politico.

Tutte le volte che i potenti fanno intendere di essere stati chiamati da ‘Dio’ iniziano i conflitti. 

Non è casuale.

Le ‘fedi’ e le ‘credenze’ dovrebbero propugnare la Pace, invece non è così, perché? La fratellanza è un principio che accomuna tutte le religioni, ma nessuna di esse ammette l’esistenza dell’altra, e se lo fa, lo fa con riluttanza. Non c’è possibilità di dialogo. Ci ha provato Papa Francesco, ma con scarsi risultati. 

Quando prevale il fondamentalismo i conflitti sono inevitabili.

Dicono di governare in nome di Dio e del popolo, ma lo fanno solo per giustificare le limitazioni delle libertà e per affermare una supremazia di razza e di valori che inevitabilmente porta ai conflitti che spesso sono armati.

E non importa se sono credenti oppure no. Chi ha il potere e vuole mantenerlo ne fa comunque un largo uso.

Radicalismo religioso e potere autoritario riemergono con continuità nella storia dell’uomo, perché? Entrambi ci liberano da un ‘fardello’ intellettuale: prendere le decisioni ed assumerci le nostre responsabilità.

È molto più semplice delegarle ad altri. È un fatto culturale e caratteriale. Il primo richiede impegno e sacrificio. Il secondo è una diretta conseguenza dello sviluppo sociale e civile di un popolo.

E per tanti ancora oggi è meno faticoso non impegnarsi per sé e per chi non c’è la fa da solo piuttosto che lottare per combattere le ingiustizie e le diseguaglianze.

mercoledì 23 luglio 2025

L’occupazione a Gaza sta sprofondando nell’orrore

L’esercito israeliano spara sugli ospedali, sulle tende degli sfollati, sulla gente in fila per ricevere qualche aiuto, li attirano ai camion di beni alimentari e poi gli sparano, ma com’è possibile tutto questo?

di Giovanni Pulvino

Gaza, 23 luglio 2025 - (foto da @spighissimo)
Ormai a Gaza sono stati superati tutti i limiti della dignità umana, non è solo genocidio, l’occupazione sta sprofondando nell’orrore. Non c’è un altro termine per definire quello che sta accadendo tra le macerie della Striscia. L’esercito israeliano spara sugli ospedali, sulle tende degli sfollati, sulla gente in fila per ricevere qualche aiuto, li attirano ai camion di beni alimentari e poi gli sparano, ma com’è possibile tutto questo?

I bambini muoiono di fame e di sete.

Eppure c’è ancora qualcuno che difende l’operato di Benjamin Netanyahu. Ci sarebbe da rivoltarsi invece si fa finta di nulla, com’è possibile?

Nei paesi cosiddetti democratici chi protesta contro questo dramma viene spesso identificato e arrestato in malo modo, oltreché essere additato di antisemitismo.

Qualche politico comincia a balbettare qualche protesta, ma perché non intervengono, loro possono farlo. Limitarsi a qualche rammarico verbale è indegno di un paese civile. È una presa in giro. Agite.

La strada indicata dal premier spagnolo Pedro Sánchez è quella giusta. No al riarmo. No al genocidio in Palestina. No all’orrore. No alla povertà. No alle diseguaglianze.

Non è complicato. Nel nostro mondo ci sono risorse e competenze per poterlo fare, ma perché non si agisce?

Ci sono persone che non sanno come spendere le loro ricchezze e ci sono milioni di individui che vivono nella povertà assoluta, ed anche chi lavora è povero. Come abbiamo fatto a creare un mondo così ingiusto e diseguale?

Eppure c’è chi difende questi valori e questi principi.

Ieri, alla Camera dei deputati, il vicepremier Matteo Salvini ha ricevuto il premio ‘Italia-Israele’ per sottolineare l’impegno e il sostegno del ministro nelle relazioni tra i due paesi. Che vergogna.

L’uomo è una delusione continua.

sabato 12 luglio 2025

Francesca Albanese: continuerò a fare quello che devo fare

Francesca Albanese con la sua determinazione e la sua sensibilità è diventata la paladina degli ultimi, anzi degli ultimi degli ultimi, perché questo sono i bambini palestinesi, gli ultimi degli ultimi

di Giovanni Pulvino

Francesca Albanese (foto da wikipedia.org)

Voglio dire, questo è un record. Sono la prima persona delle Nazioni Unite a cui sono state imposte sanzioni. Per cosa? Per aver fatto conoscere il genocidio? Per aver denunciato il sistema? Cioè, non mi hanno mai contestato i fatti. Ho dato a queste aziende l’opportunità di correggermi. Invece, sono andate a lamentarsi con l’amministrazione statunitense per trattarmi come stanno facendo loro. Va bene. Questo la dice lunga su chi sono. Continuerò a fare quello che devo fare. Si, certo, sarà dura. Io sono solo un essere umano, non sono neanche pagata per fare quello che faccio. Quindi sto mettendo in gioco tutto quello che ho. Se io posso farlo, tutti voi, tutta la vostra gente, tutti i vostri politici e la mia gente può fare almeno questo. Insieme possiamo resistere a questa pressione e insieme possiamo davvero uscire da questo genicidio con la speranza di un mondo migliore. Altrimenti sarà molto peggio’.

Con queste parole chiare, semplici e concise Francesca Albanese ha replicato al tentativo di intimorirla da parte dei cosiddetti ‘poteri forti’.

Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967 è stata minacciata di sanzioni dagli Stati Uniti. In particolare, si contesta il suo ultimo rapporto in cui denuncia oltre 60 aziende internazionali che sostengono l’occupazione israeliana.

Il dipartimento di Stato americano ha chiesto la sua rimozione accusandola di antisemitismo. Il segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato sanzioni personale ed Israele l’ha dichiarata persona non gradita e le ha negato l’ingresso nel paese già nel 2024.

Nominate il 1° maggio del 2022 è la prima italiana a ricoprire questo ruolo.

I silenzi dei leader della Destra sulle minacce subite dalla nostra connazionale sono assordanti. In particolare quelli della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Pur di non contrariare l’amministrazione trumpiana, rimane in silenzio. E non è la prima volta che succede.

Francesca Albanese con la sua determinazione e la sua sensibilità è diventata la paladina degli ultimi, anzi degli ultimi degli ultimi, perché questo sono i bambini palestinesi, gli ultimi degli ultimi.

È un simbolo di giustizia.

Ed oggi rappresenta milioni di persone che hanno la medesima sensibilità e voglia di lottare per il bene comune.

Non scordiamolo mai, la vita è breve e tutti hanno il diritto di viverla dignitosamente e non importa se sono israeliani o palestinesi.

Fonte @espressonline

lunedì 16 giugno 2025

Bersani: ‘Israele è la 51esima stella nella bandiera americana’

L’attacco di Israele all'Iran è funzionale agli interessi politici dell'Occidente. Netanyahu e i suoi alleati di governo vogliono cacciare i palestinesi dalla Palestina e gli USA voglio mantenere il controllo in quell'area strategica

di Giovanni Pulvino

Rifugiati palestinesi nel 1948 - (foto da wikipedia.org)

Israele sta bombardando cinque paesi contemporaneamente: Palestina, Libano, Siria, Iran e Yemen. Ha centinaia di testate nucleari e sta dicendo al resto del mondo voi non dovete avere armi nucleari. Noi possiamo averle, voi no. Perché? Ma soprattutto può fare tutto questo senza il sostegno dei paesi occidentali, in particolare degli USA?

Il conflitto israeliano/palestinese nasce alla fine del 1800. Fu allora che in Europa si affermò l'idea di uno Stato ebraico in Palestina.

La questione si ripropose dopo la fine della Prima Guerra mondiale.

Con il Mandato britannico emesso nel 1922 la Società delle Nazioni riconobbe il diritto degli ebrei ad avere uno Stato in Palestina.

Nel 1939 la St. Louis, un transatlantico tedesco, divenne famoso per aver effettuato un viaggio con 963 ebrei che fuggirono dalla Germania, ma che nessuno voleva accogliere. 

Il 29 novembre 1947 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione 181 con la quale si raccomandava la spartizione della Palestina in uno Stato arabo, in uno ebraico e lo status internazionale per Gerusalemme.

Nel 1948 il Regno Unito che occupava la Palestina annunciò il ritiro delle sue truppe.

Lo Stato di Israele nasce per dare una terra a chi era scampato all’Olocausto e per dare una 'casa' ai tanti ebrei sparsi nel mondo, ma anche per dare continuità alla presenza Occidentale in Medio Oriente.

Tutto si tiene.

Netanyahu e i suoi alleati di governo vogliono cacciare i palestinesi dalla Palestina e gli USA voglio mantenere il controllo in quell'area strategica.

Dopo la distruzione della Siria, dell’Iraq, non rimane che l’Iran ad ostacolare l’espansione geopolitica degli USA.

Un Paese con appena sette milioni di abitanti può imporre da solo la sua volontà ad un altro che di abitanti ne ha circa 90 milioni? L’attacco di Israele all'Iran è funzionale agli interessi politici dell’Occidente.

E quella di Pier Luigi Bersani non è una battuta è una constatazione: Israele è la 51esima stella nella bandiera americana’.

Vittima della storia e di interessi contrapposti il popolo palestinese ha una sola colpa: quella di esistere e di voler vivere nella sua terra. 

Fonte wikipedia.org

giovedì 12 giugno 2025

Oggi la solidarietà è considerata un crimine

Siamo stati rapiti in acque internazionali’, Greta Thunberg espulsa in Francia lancia pesantissime accusa ad Israele

di Giovanni Pulvino

Greta Thunberg, 9 giugno 2025

Questa è l’ennesima violazione dei diritti internazionali, che si aggiunge alla lista delle innumerevoli violazioni di questo tipo, soprattutto nei confronti de palestinesi, che Israele sta commettendo, bloccando e impedendo agli aiuti umanitari di entrare a Gaza. Questo è illegale. Hanno compiuto un atto illegale sequestrandoci in acque internazionali e contro la nostra volontà, portandoci in Israele, tenendoci nella stiva della nave, non permettendoci di uscire e così via. Ma questa non è la vera notizia. La vera notizia è che c’è un genocidio in corso a Gaza e una sistematica fame a seguito dell’assedio e del blocco che impedisce a cibo, medicine, acqua, di cui c’è un disperato bisogno, di entrare a Gaza e a cui ci viene impedito di farlo. Ma naturalmente ci sono molti tentativi come questa missione, sia via mare che via terra, per rompere l’assedio e aprire un corridoio umanitario’, Greta Thunberg.

L’unica colpa dei 12 attivisti è stata quella di aver tentato di portare aiuto ad un popolo sotto assedio. Nessuna minaccia, nessuna arma, solo coraggio e umanità verso un popolo oppresso da decenni di apartheid ed ora da una sanguinosa occupazione militare.

La Madleen, piccola nave della speranza, prende il nome da una donna palestinese, unica a svolgere a Gaza il lavoro di pescatrice. Il fratello Kayed è stato ucciso lo scorso anno dall’esercito israeliano mentre partecipava ad una manifestazione.

Io sono una pescatrice, chiedo solo di vivere a Gaza e di lavorare con dignità, di pescare nel nostro mare senza limiti, di vedere i nostri figli crescere sereni, senza il timore di essere bombardati, perché possano giocare, studiare, andare a scuola come tutti i bambini del mondo’, ha dichiarato in un’intervista Madleen Kulab.

Quanta dignità in queste parole.

Il peccato originale commesso dai palestinesi è quello di esistere e di voler vivere nella loro terra.

Perché sta succedendo tutto questo? La risposta di Greta Thunberg alla domanda posta dalla giornalista è stata: ‘A causa del razzismo, questa è la risposta semplice, direi. Il razzismo è, fondamentalmente, la difesa disperata di un sistema mortale e distruttivo che sistematicamente dà la priorità al profitto economico nel breve periodo e alla massimizzazione del potere geopolitico rispetto al benessere degli esseri umani e del pianeta. E in questo momento è molto, molto difficile da difendere moralmente. È impossibile, ma stanno ancora cercando disperatamente di farlo’.

Fonte nena-news.it

sabato 24 maggio 2025

‘Fate silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono’

‘Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa’. Questa è la definizione di genocidio dell’enciclopedia Treccani

di Giovanni Pulvino

Gaza, foto da @LaSkilly
Un paese sano non combatte i civili e non uccide i bambini per hobby né si pone come obiettivo espellere totalmente una popolazione. Questo governo mette a repentaglio la nostra esistenza’, ha dichiarato Yair Golan, ex generale Idf, e leader dell'opposizione israeliana.

Secondo l’ONU si intendono per genocidio ‘gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso’.

Genocidio, strage di civili, crimini di guerra, pulizia etnica, effetti collaterali, occupazione militare, possiamo utilizzare indifferentemente uno di questi termini ma non si può non inorridire di fronte ad oltre 50 mila civili uccisi, di cui circa 15 mila sono bambini.

A questi un giorno si aggiungeranno quelli sepolti sotto le macerie, quelli che rimarranno mutilati per tutta la vita e quelli che rimarranno orfani. 

Perché? Perché? Perché?

Che tristezza vedere questi adolescenti girare tra le macerie di quelle che una volta erano le loro case. E vederli sorridere se ritrovano un oggetto o un piccolo ricordo di cosa è stata la loro vita fino a pochi mesi fa.

Che dolore vederli piangere abbracciati ad un adulto che non è il loro papà che non c’è più, o la loro mamma che è sepolta sotto le macerie.

Che sofferenza vedere questi genitori che si disperano tenendo in braccio i corpicini esanimi dei loro bambini che non potranno godere il tempo che è dato a noi che guardiamo tutto questo con indifferenza o impotenza.

Che rabbia vederli raschiare inutilmente i pentoloni di cibo vuoti o vederli ridotti a scheletri per la fame.

No, l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre non può giustificare tutto questo.

È tutt’altro. Sono atti commessi con l’intenzione di distruggere e di uccidere. La guerra non si dovrebbe fare mai, ma quando si fa è perché si ha di fronte un altro esercito non una popolazione inerme.  

Usiamo il termine che ci sembra più adatto, ma gridiamolo, gridiamolo forte affinché giunga alle orecchie di chi può fermare tutto questo. Affinché giunga nei cuori di chi è sordo alla misericordia, di chi continua a seminare odio e dolore.

'Facciamo silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono'.

Non dimentichiamolo mai: la vita è breve per tutti, ebrei, palestinesi, sionisti, islamici, russi, ucraini … nessuno è escluso. Il tempo dato è poco e tutti hanno il diritto di viverlo dignitosamente.

sabato 3 maggio 2025

Gaza, li vogliono affamare tutti

Da due mesi Israele blocca completamente l’entrata di cibo e medicine a Gaza. Le scorte sono quasi esaurite e le cucine delle organizzazioni internazionali potrebbero chiudere entro due settimane

di Giovanni Pulvino


Immagine aerea/drone del governatorato di Gaza
settentrionale. Credit: Alef Multimedia Company/Oxfam
La Striscia di Gaza è popolata da oltre 2 milioni di persone, la maggior parte sono rifugiati e discendenti dai palestinesi sfollati nel 1948. Il 50% sono bambini. Dal 2007 subisce il blocco terrestre e marittimo imposto da Israele. La situazione è peggiorata dopo il 7 ottobre 2023. Da quel giorno Gaza ha subito bombardamenti continui da parte dell’esercito israeliano. Gli attacchi hanno causato la distruzione di intere città ed oltre 50.000 morti. Interi quartieri sono stati rasi al suolo. ‘La popolazione è costretta a cucinare bruciando i rifiuti’. Secondo Oxfam ‘700.000 persone vivono senza accesso diretto all’acqua, con infrastrutture idriche e sanitarie distrutte e un altissimo rischio di epidemie’.

La ‘devastazione è sistematica’. La chiusura dei valichi sta bloccando l’ingresso di ‘forniture mediche, cibo e carburante’. Negli ospedali mancano ventilatori, incubatrici e farmaci salvavita.

Secondo la Croce Rossa le ‘operazioni umanitarie sono sull’orlo del collasso’.

Non solo, Israele ha attaccato in acque internazionali (vicino Malta) la nave umanitaria Freedom Flotilla. È un atto senza precedenti. Netanyahu non si ferma davanti a nulla, sta usando la fame come arma contro Gaza, dove da 60 giorni non entra cibo. Questa non è una guerra, di fronte all’esercito israeliano non c’è un altro esercito, ma un popolo perseguitato da oltre settant’anni. È la prosecuzione della Nakba (che in arabo vuol dire ‘catastrofe’), che ha costretto nel 1948 all’esodo forzato circa 700.000 palestinesi. Un’intera comunità fu costretta a fuggire dalle proprie case e la maggior parte non ha potuto farvi ritorno. 

Quello di oggi cos’è? È un genocidio, è pulizia etnica, è l’ennesima occupazione di territori palestinesi? L’attacco terroristico di Hamas del 7ottobre 2023 può giustificare tutto questo?

I nostri governanti, italiani ed europei, continueranno a tacere o condanneranno questo crimine?

Free Palestine, Palestina libera’ hanno gridato più che cantato I Patagarri dal palco del Concertone del Primo Maggio, ma per la comunità ebraica italiana è stato un atto ‘ignobile’. 

Dove vogliono arrivare? I palestinesi come gli israeliani hanno diritto ad una vita dignitosa, ma quello che sta avvenendo non è degno dell’uomo, soprattutto se è compiuto da chi ha subito la tragedia della Shoah.

Fonte oxfamitalia.org

domenica 9 marzo 2025

‘Se vuoi la Pace, prepara la Pace’, Enrico Berlinguer

'Se vuoi la pace prepara la guerra, dicevano certi antenati. E invece io la penso come i pacifisti di tutto il mondo di oggi: se vuoi la pace prepara la pace', Enrico Berlinguer

di Giovanni Pulvino


Enrico Berlinguer ed Arafat - Foto da enricoberlinguer.it
Le parole dette da Enrico Berlinguer nel 1983 sono attualissime.

Tre anni di guerra nel cuore dell’Europa. L’occupazione di Gaza e l’uccisione di migliaia di civili palestinesi. Decine di conflitti che seminano morte in tutto il mondo. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che propone di incrementare la spesa militare dei paesi UE per circa 800 miliardi di euro. E lo fa senza il consenso del Parlamento Europeo.

La storia non ha insegnato niente, l'uomo continua a ripetere gli stessi errori.

L’intolleranza crea conflitti e ostilità e l’odio, si sa, genera altro odio.

'Se vuoi la Pace prepara la guerra, dicevano certi antenati’. Ma è così? Armarsi è un deterrente efficace? O, prima o poi, 'invoglierà' qualche potente al conflitto?

La Russia non ha mai smesso di armarsi, lo stesso ha fatto la Nato ed i paesi che ad essa aderiscono, l’Ucraina di Zelensky non fa altro che chiedere nuovi armamenti, Israele è un paese sempre in stato di belligeranza, eppure tutto questo non è servito ad impedire guerre ed occupazioni.

Le armi vengono costruite per essere utilizzate.

Enrico Berlinguer aveva ragione. Dobbiamo preparare la Pace per avere la Pace e non armarci per impedire la guerra.

Negli USA, dove circolano più armi che persone, non sono diminuiti i reati, anzi. Avere più armi non impedisce i conflitti.

L’Europa ha una lunga tradizione pacifista, i guerrafondai facciamoli fare ad altri.

'Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri', Gino Strada.

sabato 6 aprile 2024

Ecco cos’è la NATO

L’ex ambasciatore ed editorialista del Corriere della Sera Sergio Romano in questa intervista del 16 maggio del 2018 presso l’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionali) spiega quali sono le finalità della NATO. Ecco le sue parole.
 

Video da YouTube, 16 maggio 2018

La NATO è considerata un’alleanza, certo è un’alleanza, ma è un’alleanza sui generis non come quelle del passato. Le alleanze ottocentesche erano delle promesse reciproche, ci aiuteremo se abbiamo uno stesso nemico e soprattutto diamoci una mano su altre cose. No, la NATO è un‘alleanza politico-militare dove esiste un esercito permanente integrato. Esiste un comando militare che lavora 24 su 24 ore con un comandante supremo che è in realtà uno capo di stato maggiore di tutti i paesi dell’alleanza atlantica, ma è sempre americano. Questo capo di stato maggiore fa esattamente quello che fanno tutti i capi di stato maggiore: cioè prepara la prossima guerra. E per preparare la prossima guerra bisogna pur sapere con chi farla perché, se lei prepara una prossima guerra quale che sia senza avere un’idea precisa di chi sarebbe il nemico non riesce a programmare un bel nulla e allora bisogna che ci sia un nemico. E il nemico c’è e guarda caso l’establishment militare americano non rinuncia a quel nemico. Non ha alcuna intenzione di rinunciare a quel nemico. Allora si metta nei panni di un paese che vede avanzare verso le proprie frontiere un’alleanza politico-militare il cui scopo è quello di preparare la guerra. Perché dovremmo continuare a dire che la NATO è organizzazione pacifica in cui, come dire, si studia il mondo, si studiano … si fanno studi. Non mi sembra che si possa dire e mi sembra che sia ipocrita cercare di farlo credere e io capisco le reazioni della Russia perché probabilmente se lo fossi avrei esattamente le stesse reazioni’.

Fonte yuotube.com


sabato 17 febbraio 2024

Aria di regime

‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…’, articolo 21 della Costituzione

di Giovanni Pulvino

Ghali Foh, Sanremo 2024.

A Gaza è in corso una carneficina. I morti sono quasi 30mila, il 70% dei quali sono donne e bambini. Hamas l’8 ottobre scorso, assassinando e rapendo centinaia di israeliani, ha commesso un crimine efferato, ma le vittime palestinesi non sono terroristi e non possono essere trattate come tali.

L’ipocrisia dei nostri politici, opinionisti e giornalisti è incomprensibile. La vita è una e nessuno può toglierla, per nessun motivo.

Le censure ai cantanti che si sono esibiti a Sanremo sono un segnale preoccupante sullo stato della libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione.

L’imbarazzo di Mara Venier nell’ascoltare le parole di Ghali Foh e Dargen D’Amico, il primo sul ‘genocidio’ dei palestinesi ed il secondo sul trattamento dei migranti, sono un segnale preoccupante di quanto sta accadendo in Rai. La successiva lettura e condivisone della stessa presentatrice del comunicato dell’Amministratore Delegato Roberto Sergio, rappresentano un atto di servilismo e sudditanza incomprensibile.

C’è aria di regime.

Denunciare i crimini di guerra, in qualunque parte del mondo essi siano stati perpetrati, e chiedere la pace non possono essere oggetto di censura, mai.

Non solo.

Se manifesti per la pace rischi di essere manganellato dalle forze dell’ordine, se invece marci facendo il saluto fascista sei scortato e tutelato. Per il Giorno del Ricordo la Presidente del Consiglio è intervenuta alla cerimonia con commozione e trasporto. Per celebrare la Liberazione invece ha accampato improcrastinabili impegni.

È un momento buio della nostra storia, specie se la confrontiamo con la tanto vituperata Prima Repubblica, quando Enrico Berlinguer dichiarò: ‘Sono ostile all’antisemitismo come a qualsiasi altra forma di odio razziale: compreso quello di cui appaiono pervasi gli attuali governanti di Israele’. Parole oggi attualissime come quelle del luglio 2006 di Giulio Andreotti che in uno dei suoi interventi sul Medio Oriente e sulle condizioni di vita dei palestinesi disse: ‘Se ognuno di noi fosse nato in un campo di concentramento e da cinquant’anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva da poter dare ai propri figli sarebbe un terrorista’.

Come dargli torto.


sabato 14 ottobre 2023

Due popoli, due Stati

Due milioni e mezzo di palestinesi sono confinati a Gaza, di questi il 60% hanno meno di 25 anni, i veri perseguitati sono loro e non da oggi 

di Giovanni Pulvino

Foto da twitter.com

Se guardiamo la cartina geografica del Medio-Oriente del 1947 possiamo constatare che sul territorio che oggi consideriamo israeliano c’era la Palestina.

Gesù era palestinese. I primi cristiani erano palestinesi.

In questo lembo di terra si concentrano i luoghi di culto di tre religioni. La loro storia inizia nella stessa città, a Gerusalemme. Non solo, cristiani, mussulmani ed ebrei hanno lo stesso Dio.

Israele come Stato è un’invenzione dell’Onu per dare una patria a quanti furono respinti da tanti paesi europei mentre fuggivano dagli orrori dell’Olocausto.

Il progetto era quello di costruire due Stati: uno israeliano ed uno palestinese. Da allora sono trascorsi oltre settant’anni e siamo ancora al punto di partenza. Guerre, morti, un popolo perseguitato che perseguita, che vuole sicurezza, ma lo fa con la forza delle armi ed alzando muri, manca solo il genocidio.

La tragedia a cui stiamo assistendo in queste ore è il risultato della mancata realizzazione di quel progetto. Gli israeliani vogliono il riconoscimento del loro Stato, i palestinesi vogliono la loro terra.

Entrambi i popoli intendono vivere negli stessi luoghi, ma non sanno farlo insieme e pacificamente. Paghiamo ancora una volta l’idea dello Stato/Nazione, della necessità dei muri, dei confini. 

È una guerra stupida come lo sono tutte le guerre. La vita è breve, con le bombe si muore e non conta di quale religione sei, semplicemente e tragicamente si muore, allora perché tanto odio? A che serve? A chi serve?