sabato 1 marzo 2025

Ucraina: agli americani ed ai russi le terre rare, all’UE i cocci

La fine della guerra tra Russia e Ucraina sembra vicina, ma a quale prezzo per gli europei?

di Giovanni Pulvino

Volodymyr Zelensky e Donald Trump
Finalmente si è capito quale fosse lo scopo di Putin quando ha iniziato l’invasione dell’Ucraina: depredarne le risorse naturali.

Stesso obiettivo per Donald Trump. Se Zelensky, minaccia il nuovo presidente USA, non ci consentirà di sfruttare le cosiddette terre rare non gli consentiremo più di utilizzare Starlink, cioè il sistema di satelliti che ha permesso agli ucraini di non capitolare di fronte all’avanzata dell’esercito russo.

Un ricatto? Il senso è: o accettate le nostre condizioni per la pace o potete fare da soli.

La logica è economica.

Agli americani lo sfruttamento delle risorse, ai russi i territori conquistati, agli ucraini la pace, il mantenimento degli attuali confini e l’ingresso nell’UE. E la ricostruzione? Agli europei, ovviamente.

Non solo. In futuro, i paesi del Vecchio continente dovranno scordarsi degli aiuti militari a stelle e strisce, dovranno fare da soli, almeno queste sembrano le intenzioni di Donald Trump.

Nei prossimi decenni i paesi europei dovranno tagliare il welfare e spendere di più in armamenti. 

Tutto a vantaggio dell’industria militare americana, of course.

Ma, poi, per difendersi da chi? È veramente necessario o è solo un bluff per ribadire l’egemonia politica ed economica degli Usa?

L’Europa, che per tre anni ha sostenuto senza se e senza ma la guerra in Ucraina, saprà reagire al nuovo scenario politico mondiale? Saprà essere unita? Saprà difendere i suoi valori ed i sui principi fondati, tra l'altro, sul capitalismo?

I dubbi sono più che legittimi.

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