Si svolgerà a Trapani la XXX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
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Foto da libera.it |
‘Agli occhi del bambino – ha
dichiarato il pentito - siamo apparsi degli angeli, ma in realtà eravamo dei
lupi’.
Il rapimento, durato 779 giorni, era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue dichiarazioni sulla strage di Capaci e sull’uccisione di Ignazio Salvo. Il pentito non si piegò al ricatto e continuò la sua collaborazione con le autorità giudiziarie. L’11 gennaio del 1996, su ordine di Giovanni Brusca, il piccolo Di Matteo, che allora aveva appena 15 anni, fu ucciso e poi sciolto nell’acido.
Il 15 settembre del 1993, giorno del suo cinquantaseiesimo
compleanno, don Pino Puglisi era appena sceso dalla sua Fiat Uno
bianca e si stava avvicinando al portone di casa quando qualcuno lo
chiamò, lui si voltò, sorrise ai suoi assassini e disse: ‘Me
l’aspettavo’. Subito dopo Salvatore Grigoli, killer della mafia, gli sparò
un colpo di pistola alla nuca.
Un uomo di fede se n’è andato così, senza nessun timore verso chi, accecato
dall’odio, ha sparato senza esitazione. Don Pino era un uomo mite, ed è morto
per la sua testardaggine a credere che un’altra Sicilia è possibile
e che l’amore e la giustizia prima o poi trionferanno.
Un ‘Santo’ che forse i siciliani non meritano di avere.
Fonte libera.it
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