sabato 6 gennaio 2024

Giorgia Meloni: ’C’è chi vuol dare le carte, io non sono ricattabile’

Difficile immaginare che qualcuno abbia ricattato la PdC. È plausibile invece un tentativo di condizionamento, ma questo sarebbe un sintomo di debolezza del Governo e di chi lo guida

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni
Nella conferenza stampa del 4 gennaio scorso la PdC ha dichiarato: ‘C’è chi vuol dare le carte, io non sono ricattabile’. La domanda sorge spontanea: chi vuole ricattare la Presidente del Consiglio? Chi 'vuole dare le carte'? A chi e a che cosa si riferisce Giorgia Meloni?

La segretaria di Fratelli d’Italia non ha fatto nomi, non ha citato circostanze, ha solo paventato un ‘condizionamento’ a cui Lei non è disposta a sottostare.

Le spiegazioni possibili sono due.

La prima ipotesi è che c’è o c’è stato qualcuno che ha tentato, senza riuscirvi, di condizionare l’operato della Presidente del Consiglio. In questo caso sarebbe interessante sapere di chi si tratta e in che cosa consisterebbe il ricatto, ma la Premier non dice nulla, allude soltanto.

La seconda interpretazione è l’ennesimo tentativo di passare per vittima. Ci sarebbe qualcuno che vuole impedirle di governare, ma Lei non si fa intimorire e va per la sua strada. Anzi opererà per rafforzare il suo ruolo. Ed è perentoria nel suo ragionamento: qualcuno ‘pensa di spaventarci, ma io non mi spavento: preferisco cento volte andare a casa piuttosto che cedere a condizionamenti’. C’è un capovolgimento dei ruoli. O si fa come dice Lei o se ne va. La minaccia è rivolta ai suoi alleati di Governo? A Forza Italia? Alla Lega di Matteo Salvini?

Oppure ai cosiddetti poteri forti. Il solito Soros? L’Unione Europea? O chissà chi altro?

Difficile immaginare che qualcuno abbia ricattato la PdC. È plausibile invece un tentativo di condizionamento, ma questo sarebbe un sintomo di debolezza del Governo e di chi lo guida

Sui contenuti, dopo tre ore di conferenza stampa, ha detto poco o nulla. L’azione dell'Esecutivo sembra determinata dalla preoccupazione di mantenere i consensi elettorali.

Quello che emerge con chiarezza è la distanza tra quanto affermato in campagna elettorale e quanto la Destra sta realizzando stando alla guida del Paese. L’incoerenza tra i propositi e gli atti concreti è evidente. Ed è altrettanto palese la scarsa professionalità della classe dirigente ed il tentativo di 'rivincita' che emerge in tanti atti e propositi 'nostalgici' nonostante i tentativi di mantenere un contegno moderato ed istituzionale. 


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