venerdì 19 gennaio 2024

Prendi i soldi e scappa

Salma Al-Shehab, madre di due figli, attivista per i diritti delle donne è stata condannata a quasi trent’anni di carcere solo per aver scritto dei tweet. Tutto questo succede in Arabia Saudita, dove si sta svolgendo il minitorneo della Supercoppa italiana

di Giovanni Pulvino

Una fase della partita Napoli- Fiorentina,
a destra Salma Al-Shehab

Anche quest’anno il minitorneo della Supercoppa  italiana si svolge all’estero. La sede scelta dalla Lega è stata l’Arabia Saudita. La motivazione non è sportiva, ma economica.

Una volta questa manifestazione si giocava in pieno agosto, cioè ad inizio stagione. Adesso invece per motivi economici si disputa in pieno inverno ed all’estero. È stata assegnata agli Usa, alla Cina, al Qatar e negli ultimi tre anni all’Arabia Saudita. In precedenza, le squadre finaliste incassavano 3,5 milioni a testa, la Lega 500mila euro. Con il nuovo accordo il montepremi è triplicato.

1,6 milioni alle semifinaliste perdenti, 5 milioni alla finalista perdente, 8 milioni alla vincitrice e 6,8 milioni alla Lega calcio.

Siamo al trionfo dello sportwashing. Dopo aver preso calciatori e allenatori come un collezionista di figurine, il regno saudita esibisce quattro squadre italiane. Il calcio italiano tace sui diritti umani e incassa’, ha commentato Luca Musumeci, presidente di Sport for Society.

La situazione in Arabia Saudita è estremamente negativa. Negli ultimi otto anni, da quando il principe della Corona bin Salman è diventato l’uomo forte del regno, ci sono state oltre 1250 impiccagioni; tutti i difensori dei diritti umani sono in carcere e vengono emesse regolarmente condanne a decenni di carcere anche solo per aver scritto un post su una piattaforma social’, ha sottolineato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Il giornalista, scrittore e presidente del premio Sport e diritti umani (istituito da Amnesty International e Sport for Society) Riccardo Cucchi ha dichiarato: ‘Il calcio non può rinunciare ai valori, vendere la passione dei tifosi e sé stesso, in cambio di soldi. Se lo fa minaccia la sua stessa identità di sport per trasformarsi in strumento di un processo di cancellazione della realtà. Una realtà che, in Arabia Saudita, è violazione dei diritti umani, violenza e totalitarismo’.

Fonti: amnesty.it e money.it

Nessun commento:

Posta un commento