lunedì 30 novembre 2015

Fibra ottica: le regioni più virtuose saranno quelle meridionali

Solo l’1% delle case della Puglia, il 3% della Calabria, il 20% della Sicilia e il 24% di quelle della Basilicata rimarranno, alla fine del 2018, senza fibra ottica, a sostenerlo è Infratel, società pubblica per le infrastrutture e le telecomunicazioni  

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

La consultazione avviata nel maggio scorso da Infratel (Infrastrutture e Telecomunicazioni per l’Italia), società costituita su iniziativa del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) e da Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), ha delineato un quadro accurato della situazione della rete in fibra ottica nel nostro Paese ed esso, ora, rappresenta un punto di partenza per la sua realizzazione.
Il piano del Governo prevede la suddivisione del Paese in circa 95mila aree. Lo scopo principale della ricerca di Infratel è stato quello di capire a quali di esse sono interessati gli operatori privati ed in quali invece sarà necessario l’intervento pubblico. Per quanto riguarda le unità immobiliari residenziale le zone che, nel 2018, rimarranno scoperte e su cui dovrà intervenire il Governo sono il 36,3%. Dalla consultazione è emerso che, nella costruzione delle rete a banda ultralarga, oltre una casa su tre non interessa agli operatori telefonici. Essi, infatti, si concentreranno nelle aree più redditizie, tra queste c’è il Lazio, mentre tra quelle da ‘evitare’ c’è il Molise. Le zone grigie o nere, cioè quelle coperte dai privati, sono circa 1100, mentre quelle bianche, cioè quelle snobbate dagli operatori telefonici, sono circa 83mila. Per coprire tali aree il Cipe ha stanziato 2,2 miliardi di euro.
Alla fine del 2018 le regioni più virtuose saranno quelle meridionali, in particolare rimarranno senza fibra ottica solo l’1% delle unità abitative della Puglia, il 3% della Calabria, il 20% della Sicilia e il 24% della Basilicata. 

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