Con la conclusione della cosiddetta fase C del piano di assunzione dei precari storici è stato sanato un ‘vulnus’ giuridico che si protraeva dal 1993, ora migliaia di docenti potranno lavorare con più serenità
Matteo Renzi |
Completato il piano di assunzioni dei docenti previsto
dalla legge sulla ‘Buona Scuola’. Circa
48mila insegnanti precari sono stati immessi in ruolo con la cosiddetta fase C,
questi docenti si aggiungono agli altri (circa 40mila) che sono stati assunti
nei mesi precedenti, i restanti 15mila posti vacanti previsti dal Piano saranno
coperti con il concorso che sarà indetto nei prossimi mesi. Si chiude così un periodo difficile della
scuola pubblica italiana, dopo decenni di precariato decine di migliaia di
professori ora potranno lavorare con maggiore serenità. A tutti i docenti
assunti con l’ultima fase il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha inviato
un’email di auguri. Nella lettera il Capo del governo riassume fedelmente le
vicissitudini professionali dei precari storici ed il ruolo decisivo degli
insegnanti sul futuro dei nostri ragazzi e, quindi, del nostro Paese. Ecco il
testo integrale.
“Gentile
Professoressa, gentile Professore,
Benvenuta nella comunità delle donne e degli uomini che
lavorano a tempo indeterminato per lo Stato.
Le faccio i migliori auguri, a nome mio personale e a nome
di tutto il Governo.
Per anni le
Istituzioni hanno permesso che si creasse un ingiustificato e odioso precariato
tra i docenti. Conosco bene la rabbia e la
frustrazione che tutto ciò ha provocato in molti suoi colleghi. Non poter
assicurare continuità educativa ai ragazzi, dover cambiare istituto ogni anno
senza una progettualità, ricevere la lettera di licenziamento alla fine
dell'anno scolastico anziché gli auguri di buone vacanze. Essere considerati
pacchi postali da spedire in varie zone della provincia e attendere le
convocazioni di fine agosto come un rito umiliante e angoscioso. So quanto per
molti di voi tutto ciò sia stato vissuto come una profonda ingiustizia:
impossibile del resto apprezzare uno Stato che rende precario il lavoro più
importante, quello di insegnante.
Le cose sono
cambiate. Con la Buona Scuola abbiamo
innanzitutto messo più soldi nell'educazione, più soldi per i professori, più
professori per i nostri figli contro l'insopportabile filosofia delle classi
pollaio. E con la Buona Scuola abbiamo anche messo la parola fine al modo
scandaloso con cui vi hanno trattato in questi anni. Vorrei essere chiaro: abbiamo solo fatto il nostro dovere, niente di
più. Lo Stato, infatti, aveva formato Lei e i suoi colleghi per diventare
professori. Vi aveva attribuito il diritto di diventarlo. E poi vi ha lasciato
per anni nel limbo. Non abbiamo fatto niente di speciale, solo il nostro
dovere. Ma ci abbiamo messo passione, impegno, determinazione. Senza la Buona
Scuola gli insegnanti sarebbero restati per anni, qualcuno per più di un
decennio, precari, ostaggi di convocazioni, graduatorie, punti da conquistare
con discutibili procedure.
Ci siamo presi critiche, insulti, offese, ma adesso ci
siamo. Ci hanno chiesto di fermarci, raccontando tante falsità come quella di
chi diceva che le assunzioni ci sarebbero state comunque in nome di una
presunta sentenza europea. Non è così, naturalmente. Se avessimo bloccato il
cammino della Buona Scuola oggi saremmo tornati all'anno zero. Abbiamo fatto
tesoro delle tante critiche ricevute, ma abbiamo
mantenuto la parola data: Lei adesso è a tutti gli effetti un insegnante a
tempo indeterminato. È finalmente “entrato di ruolo”. Auguri!
Spero che possa festeggiare con la Sua famiglia, con i Suoi
cari, con i Suoi amici. Brindo metaforicamente al Suo lavoro. E mi permetto di
chiederLe una cosa.
Il Suo lavoro è
persino più importante del mio. Lei
si occupa di educazione e non c'è priorità più grande per l'Italia dei prossimi
anni. Lei lavorerà nella scuola più tempo di quanto io starò al Governo. Lei ha
la possibilità di tutti i giorni di valorizzare i sogni e le passioni dei
nostri ragazzi che sono il bene più prezioso che abbiamo. La prego, dal
profondo del cuore: non ceda mai al vittimismo, alla rassegnazione, alla
stanchezza. Sia sempre capace di affascinare i suoi studenti, di spronarli a
dare il meglio, di invitarli a non cedere al cinismo e alla meschinità.
Lei ha studiato, ha sicuramente un'ottima preparazione,
conosce bene la materia che insegna. E noi siamo orgogliosi della scuola
italiana che con tutti i suoi limiti ha punti di forza straordinari. Abbiamo bisogno che indipendentemente dalle
differenze religiose, politiche, culturali, civili, economiche la scuola dia ai
nostri ragazzi l'opportunità di credere nei loro mezzi. Di valorizzare i propri talenti. La scuola
è la più grande opportunità per dare a tutti – nessuno escluso – la possibilità
di trovare la propria strada per la felicità. Lei ha una responsabilità
meravigliosa e difficilissima, non si stanchi mai di crederci, anche quando Le
sembrerà difficilissimo. L'Italia di domani sarà come la faranno i professori
di oggi.
Noi faremo di tutto per aiutare questo lavoro, cercando di
fare sempre di più per la scuola di questo affascinante e struggente Paese.
Il mio saluto più cordiale,
congratulazioni e buon lavoro.
Matteo Renzi”
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