Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affermato più volte la necessità di ridurre le disuguaglianze, ma allora qual è il senso di questa norma?
Il presidente del Consiglio Mario Draghi |
L’indennità spetterà ad ogni figlio a carico e non ha limiti per quelli disabili.
L’assegno sarà percepito dal genitore che fa domanda o a chi ne fa richiesta in
misura pari tra i genitori. In caso di affidamento in mancanza di un accordo va
al genitore affidatario o al tutore, in questo caso sarà riconosciuto
nell’interesse del tutelato. La domanda potrà essere presentata anche dai figli
maggiorenni che possono ‘richiedere la corresponsione diretta della quota di
assegno spettante’.
L’importo pieno spetterà a chi ha un Isee fino a 15 mila euro. Poi diminuirà
progressivamente fino a un minimo di 50 euro e 25 per i maggiorenni per Isee
oltre 40 mila annui o per chi non allegherà l'attestazione reddituale e patrimoniale alla richiesta. Le domande
potranno essere presentate all’Inps a partire dal primo gennaio ed avranno
validità da marzo al febbraio dell’anno successivo.
Il nuovo assegno unico per i figli è un’indennità universale, potrà, cioè, essere
percepito anche da chi è milionario. La nuova normativa non fa differenza tra
chi è ricco e chi invece è indigente. Spetterà cioè anche a chi non ne ha alcun
bisogno. L’importo si riduce al crescere del reddito e del patrimonio, ma,
nonostante ciò, rimane una misura del tutto incomprensibile ed in contrasto con
i principi costituzionali di equità e giustizia sociale.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affermato
più volte la necessità di ridurre le disuguaglianze, allora qual è il senso di questa norma? Ed
è paradossale che sia la Sinistra o quella che continua a ritenersi
tale, a proporre e sostenere queste riforme.
Non
c’è da meravigliarsi quindi se i ‘progressisti’ raccolgono più consensi nei
quartieri ‘bene’ delle città, anziché nelle periferie, dove i cittadini spesso
votano per i sovranisti ed i populisti.
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