La Cgil e la Uil hanno indetto lo sciopero generale, ecco quali sono le loro motivazioni
Foto da cgil.it |
Per
i redditi oltre i 50.000 euro l’aliquota sarà del 43%, aumenta cioè di due
punti. Lo scaglione oltre i 75.000 euro sarà cancellato. Ai redditi fino a
35.000 euro si applica una riduzione sui contributi ogni 10.000 euro
di retribuzione, ma è prevista solo per un anno.
Secondo
la simulazione fatta dal Sole 24 ore i soggetti che beneficeranno di più da
questa riforma sono i redditi sopra i 40.000 euro. Mediamente risparmieranno
950 euro di imposte, cifra che si riduce a 100 euro per chi percepisce un
reddito di 24.000 euro. Nulla andrà a chi ha un reddito inferiore a 15.000 euro. La no tax area prevista è di 8.174 euro per i dipendenti, 5.550 (700 euro in più
di prima) euro per i lavoratori autonomi e 8.500 euro per i pensionati.
È bene ricordare che in Francia l'aliquota per i redditi più bassi è dell’11%, in Germania del
14%, in Spagna del 19%, in UK del 20%, ma con una no tax area fino a 14.600
euro.
Questi
dati spiegano perché la Cgil e la Uil hanno indetto lo sciopero generale. La riforma fiscale avvantaggia i ceti cosiddetti medi e non incide se non in
minima parte sulle disuguaglianze. Non è prevista nessuna redistribuzione della
ricchezza. Il tema dell’evasione fiscale è stato accantonato ancora una volta. Gran
parte della manovra è a debito. Il conto sarà pagato dalle generazioni future,
a cominciare da quelle che andranno in pensione non prima dei 67 anni di età. Non
c’è nessun intervento significativo per il Sud. Il divario con il resto del
Paese è destinato a crescere.
Sembra una manovra scritta ed approvata dal Centrodestra invece è quella di un Presidente del Consiglio ‘tecnico’ e di un’ampia maggioranza parlamentare, se non fosse vero ci sarebbe di ridere.
Fonte sole24ore.com
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