I ricchi sono sempre più ricchi, mentre i disoccupati ed i poveri aumentano di numero
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Secondo
l’Organizzazione internazionale del lavoro quest’anno nel mondo oltre 220
milioni di persone reteranno disoccupate. Un miglioramento dovrebbe registrarsi nel 2022, ma rimarranno comunque al di sopra dei 117 milioni registrati
nel 2019, prima cioè dello scoppio della pandemia dovuta al Covid-19.
Il tasso
di disoccupazione globale dal 6,3% scenderà il prossimo anno al 5,7%, rimanendo quindi
superiore al 5,4% del periodo pre-Coronavirus.
Secondo
gli economisti dell’Ilo la crescita dell’occupazione non
riuscirà ‘a compensare le perdite fino ad almeno il 2023’. Inoltre, occorre
aggiungere la riduzione imposta dell’orario di lavoro. Quelle perse ammonterebbero
a circa 144 milioni di posti a tempo pieno.
Tra
le tante caratteristiche tipiche del sistema capitalistico ce n’è una
che non si smentisce mai. A pagare le conseguenze delle congiunture economiche recessive
sono soprattutto i ceti meno abbienti. Le indagini statistiche pubblicate negli ultimi mesi confermano questa peculiarità. L’epidemia dovuta al Covid-19
non solo sta mietendo più vittime nei paesi del terzo mondo, ma sta accentuando
le ingiustizie.
I ricchi sono sempre più ricchi, mentre i disoccupati ed
i poveri aumentano di numero. E non importa se la crisi è
finanziaria o pandemica e se a causarla non sono i lavoratori, la conseguenza sociale che
essa determina è sempre la stessa: un incremento delle disuguaglianze.
L’ineluttabilità
dei privilegi non è scontata, è frutto di una volontà politica che può essere
capovolta in qualunque momento. Certo è difficile ed è complicato, ma è sempre possibile, basta volerlo.
Fonte
ilo.org
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