‘Ridurre le ore di lavoro a parità di stipendio: la produttività ne guadagna’, a sostenerlo è la premier finlandese Sanna Marin
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
La Premier Sanna Marin il giorno della nomina del suo governo, 10 dicembre 2019 (foto da it.wikipedia.org) |
La proposta della premier socialdemocratica finlandese non
è nuova, ma da come è posta sembra quasi un fatto ineluttabile, un’ovvietà
dettata dalla storia. Ma non è così. In gioco c’è il rapporto, da sempre conflittuale,
tra profitto e lavoro.
Negli ultimi trent’anni gli incrementi di produttività hanno
favorito l’accumulazione del capitale e la crescita delle disuguaglianze. Occorrerebbe
capovolgere questo andamento. Ma come? La proposta di Sanna Marin è un’opzione
semplice, chiara, e, se si vuole, realizzabile. Per fare gli interessi dei
lavoratori non occorrono grandi e complessi programmi, basta poco, come quello per
cui intende battersi la giovane premier finlandese. Di certo, ridurre l’orario di lavoro a parità di stipendio comporterebbe una più equa redistribuzione
della ricchezza prodotta e un aumento degli occupati.
Nella vita, si sa, è sempre una questione di scelte. La pandemia dovuta al Covid-19 ci sta facendo riflettere su cosa sia veramente importante. La salute ed il tempo libero da dedicare ai nostri affetti sono diventati priorità.
Dobbiamo ‘pensare alle nostre vite da un nuovo punto di vista’, sottolinea Sanna Marin. Il benessere è anche poter realizzare i piccoli e grandi sogni quotidiani o, più semplicemente, pensare a noi stessi. La riduzione dell’orario di lavoro non è solo una questione economica, ma anche e soprattutto del tempo che abbiamo per realizzare pienamente la vita che ci è concessa e che, è bene ricordarlo, è breve e non può prescindere da quella degli altri.
Fonte ilfattoquotidiano.it
Basta la foto per descrivere un popolo.
RispondiEliminaConcordo.
RispondiEliminaComplimenti per il tuo articolo. Lo puoi leggere anche su: Freeskipper Italia.
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