di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
Adriano Olivetti - (foto da fondazionenenni.blog) |
L’incidente
è avvenuto nella fabbrica di Atessa in provincia di Chieti. La struttura in
questi giorni era chiusa per le ferie natalizie, ma erano in corso lavori di
manutenzione per conto della Comau, società del gruppo FCA. Il giovane di
Pignataro Interamna (Frosinone) era un dipendente della ditta esterna che
svolgeva i lavori. Probabilmente si è trattato di una fatalità. Ora resta il
dramma, Cristian, uscito di casa per andare al lavoro, non vi farà mai più
ritorno. Tutto questo è inaccettabile. Siamo nel 2020, nell’era dei computer,
dell’informatizzazione, della robotica, eppure si continua a morire di e per il
lavoro.
Le
leggi ci sono, ciò nonostante si ripetono gli incidenti ed i lavoratori
continuano a subire infortuni o contrarre malattie e nei casi più gravi a perdere
la vita. Prevenzione e controlli evidentemente non sono sufficienti o non sono
adeguati. No, non ci si può rassegnare ad assistere a queste tragedie. Il
lavoro deve essere un mezzo per vivere una vita dignitosa, non diventare una dramma.
Occorre fare di tutto per evitare gli incidenti sul lavoro, se necessario si
prendano misure eccezionali, ma bisogna intervenire.
E' indispensabile mettere al centro del processo produttivo il lavoro ed i lavoratori così come fece
negli anni Sessanta Andrea Olivetti. Fu considerato un utopista. Nella sua ‘idea’
di impresa c’erano i lavoratori con le loro famiglie. Sicurezza, cultura e creatività
erano punti essenziali dell’organizzazione produttiva. Ecco cosa affermava: ‘La
fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire
ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non
l'uomo per la fabbrica, giusto? Occorre superare le divisioni fra capitale e
lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. A volte, quando lavoro
fino a tardi vedo le luci degli operai che fanno il doppio turno, degli
impiegati, degli ingegneri, e mi viene voglia di andare a porgere un saluto
pieno di riconoscenza’.
Prima la vita dei lavoratori, poi il profitto.
Fonte ansa.it
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