Viviana Parisi voleva recarsi a Motta d’Affermo, dove si trova la Piramide 38°- parallelo e non è credibile l’ipotesi del decesso del bambino causato dall’incidente, a sostenerlo è Claudio Mondello legale e cugino di Daniele Mondello, il marito della donna trovata morta nei boschi di Caronia lo scorso 8 agosto
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
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La Piramide 38°-parallelo di Mauro Staccioli Motta d'Affermo, 23 gennaio 2012 - (foto di Giovanni Pulvino) |
‘Viviana vuole recarsi alla "Piramide della
Luce", sita in Motta D'Affermo. Nei giorni antecedenti la
scomparsa, infatti, chiede a Mariella Mondello e Maurizio Mondello dove si
trovi la piramide’, questo è quanto ha scritto due giorni fa sul suo profilo Facebook
Claudio Mondello, legale e cugino di Daniele Mondello, il marito di Viviana
Parisi, trovata morta nei boschi di Caronia lo scorso 8 agosto. Questo spiegherebbe perché la donna si trovasse ad oltre
100 chilometri da Milazzo, in direzione del Comune dove si
trova la scultura di Mauro Staccioli.
‘Con una scusa <esco a comprare un paio di scarpe
per Gioele> si assicura di eludere ogni forma di vigilanza e di avere il
piccolo in macchina’. Con questa motivazione, secondo l’avvocato di Daniele Mondello, Viviana esce
di casa. Era il 3 agosto. La direzione è Milazzo, ma la donna non si ferma, prosegue
in direzione di Palermo. Ad un certo punto del tragitto ‘Viviana esce ... a S. Agata di Militello a fare rifornimento’. Questa deduzione è plausibile perchè sulla A20, passata la piazzola di Patti, non ve ne sono altre prima di arrivare a Termini Imerese, sono circa 100 chilometri. Pochi minuti ed il rientro sempre
in direzione di Palermo. Quindi, Viviana Parisi, non aveva nessuna intenzione, almeno in quel
momento, di tornare a Venetico che è nella direzione opposta, cioè verso Messina.
Ancora alcuni chilometri ed è sul luogo dell’incidente e della scomparsa.
‘E’ ormai prossima alla meta quando impatta con un
furgoncino di operai di una ditta appaltatrice dell’autostrada: la Piramide
dista, ancora, circa 20-25 km dal luogo - all’altezza di Caronia - in cui
avviene l’incidente’. A questo punto non ci sono più certezze, ma solo
supposizioni.
‘Le ipotesi che residuano, per chi scrive, sono due: Viviana si allontana in preda a profondo turbamento emotivo e tale turbamento esita in omicidio-suicidio. Viviana si allontana in preda profondo turbamento emotivo e tale turbamento esita in un incidente (è una zona, quella in cui si smarrisce, irta di pericoli sia per la morfologia del terreno che per la fauna autoctona e, dato che nelle vicinanze insistono insediamenti umani, forse anche domestica)’.
Claudio Martello non crede neanche al decesso del bambino causato
dall’incidente. Ecco cosa ha postato poche ore fa sul suo profilo Facebook: ‘E’
credibile la tesi (di cui apprendo dalla stampa) del bambino morto ad esito
dell’incidente iniziale? No. Per le seguenti ragioni:
1) l’incidente occorso è di lieve entità.
2) se fossero emerse tracce ematiche, dall’analisi della
vettura sottoposta a sequestro, stante il clamore suscitato dalla vicenda lo
avremmo già saputo.
3) Viviana era morbosamente legata al proprio figlio.
Secondo una ricostruzione siffatta avrebbe preferito guadagnare la fuga
piuttosto che (quantomeno) tentare di soccorrerlo.
4) La tempistica dei fatti pare sia stata fulminea:
Viviana, pertanto, avrebbe, in via immediata, deciso che fosse più utile
tutelare sé stessa piuttosto che Gioele e, quindi, guadagnato la fuga.
5) Alcuni dei presenti sulla scena dei fatti non si limitano ad un rapido transito ma cercano di prestare soccorso: possiamo ritenere probabile che non si fossero accorti degli esiti di un incidente in danno del bambino?’
Fonte facebook.com
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