La
legge 107/2015 con il piano di assunzioni straordinario ha posto rimedio al ‘vulnus’
che durava da vent’anni, ma nello stesso tempo ha creato i presupposti per perpetrare nuove ingiustizie e prevaricazioni
di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)
(foto da clashcityworkers.org) |
L’ingiustizia più grande causata dalla legge 107/2015 sta nel fatto che la procedura di mobilità, iniziata dopo Ferragosto, ha previsto la precedenza nell’assegnazione delle cattedre ai docenti ‘idonei’ (non vincitori) del concorso del 2012, quello voluto dal ministro Francesco Profumo. In questo modo i giovani neoassunti sono rimasti nella loro provincia di residenza, mentre i precari storici pur avendo fatto tanti anni di supplenze sono stati inseriti nella graduatoria nazionale. Ed è per questo che molti hanno dovuto rinunciare o sono dovuti emigrare. Ed è bene sottolineare che nella maggior parte dei casi si tratta di insegnanti meridionali ultracinquantenni che, pur di avere un reddito certo, 'appena' 1.400 euro al mese (un usciere di Montecitorio guadagna dieci volte di più), hanno dovuto separarsi dalla famiglia. Ora a questi lavoratori non resta che ‘sperare’ nelle assegnazioni provvisorie, dove non conta il servizio ma la ‘necessità’ del ricongiungimento famigliare (Legge 104, figli, coniuge, precedenze).
Un altro obiettivo della riforma era la ‘chiamata diretta’. Ebbene questa procedura è stata
sperimentata con gli insegnanti assunti con la cosiddetta fase C, in massima
parte si tratta dei precari storici. Insomma, questi docenti non solo sono stati
costretti al trasferimento ‘coatto’, ma hanno dovuto sottostare anche alla
selezione ‘meritocratica’ dei Dirigenti scolastici. Nelle valutazioni i
‘Presidi’ spesso non hanno tenuto conto del servizio pregresso, ma hanno
utilizzato criteri stabiliti ad hoc da ogni singola scuola. Inoltre, i relativi
avvisi sono stati pubblicati dopo la designazione dei neoassunti nei singoli
ambiti scolastici territoriali. Pertanto, i Dirigenti, prima di stabilire i
criteri, conoscevano i nomi ed i cognomi dei docenti da selezionare.
Stefania Giannini - (foto da skuola.net) |
La
‘chiamata diretta’ si è così
trasformata nell’ennesimo escamotage
per favorire gli insegnanti che hanno meno punti in graduatoria. Per la #buonascuola
ed in generale per la scuola italiana non contano più l’esperienza lavorativa
ed i sacrifici fatti, ma le presunte abilità acquisite con i titoli conseguiti
partecipando a corsi di specializzazione organizzati da associazioni
(sindacali), dalle scuole o dalle università.
Insomma, la scuola è appena
iniziata, ma il caos e le ingiustizie continuano,
come sempre.
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